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Si può dire che ormai siamo a poche ore dalla presentazione delle liste. Sia nel cdx che nel cds, sul fronte delle candidature, ancora ci sono poche certezze. Il M5S, invece, sembra che abbia schierato tutti gli uscenti. La battaglia dunque sarà dura e all’ultimo voto soprattutto nei collegi, considerato il metodo dell’uninominale secco. Le elezioni sono anche uno snodo fondamentale per gli assetti futuri della Regione Calabria.
20 mesi dopo il test per le politiche, infatti, si voterà per l’elezione del Presidente della Regione. Tutto sembra remare contro Mario Oliverio. Le previsioni elettorali non lasciano intravedere nulla di buono. E sono tanti gli avvoltoi anche mediatici pronti ad accanirsi sulla carcassa del governo regionale se dovessero essere confermate le previsioni elettorali. La situazione del Pd sul fronte nazionale, d’altronde, non promette niente di buono. A Roma, nel PD, sono molto di più i nemici che gli amici dell’esperienza di governo regionale calabrese. Mario Oliverio, tra l’altro, si lascia alle spalle 40 mesi di governo non proprio esaltante e, più volte, noi lo abbiamo fatto rilevare. Il contesto, dunque, potrebbe essere grasso che cola per il centrodestra, il quale, allo stato, sembra avere il vento in poppa e sembra lanciato verso la conquista della Regione attraverso il suo uomo forte: Mario Occhiuto.
Tuttavia siamo in un epoca nella quale le dinamiche politiche cambiano velocemente. 13 mesi fa l’uomo forte del paese sembrava Matteo Renzi, lanciato come un treno verso la riconferma a Palazzo Chigi, poi, l’inciampo sul referendum che ha mutato radicalmente il quadro politico e, 13 mesi dopo, a Palazzo Chigi c’è un altro inquilino, il quale non sembra affatto che abbia voglia di cedere il passo. Inoltre c’è anche una nuova legge elettorale che, pur portando il nome del capogruppo del PD, sembra favorire prevalentemente solo il centrodestra. Paradossi della politica.
Mario Oliverio dunque, in 20 mesi, nonostante le elezioni politiche, e nonostante il grigiore della Giunta Tecnica, potrebbe ribaltare tutto il contesto politico e mutare nuovamente il quadro. Dipenderà dalle mosse che riuscirà a mettere in atto a partire dai prossimi giorni. Proviamo ad ipotizzarne un paio. Innanzitutto definendo il rimpasto, il quale dovrà essere radicale. Nella Giunta Regionale si sono formati grumi di opposizione politica allo stesso Oliverio che, dapprima hanno lavorato in maniera occulta e che, oggi, invece, giorno dopo giorno, si vanno appalesando. Una contraddizione che ha appannato e non di poco l’azione della Giunta Regionale. Grumi di potere nel potere, i quali hanno lavorato in sintonia con pezzi di potere mediatico radicalmente ostili al Governo Oliverio. Con l’obiettivo di logorarne l’azione. La seconda possibilità di Oliverio per invertire la rotta è la spesa dei fondi comunitari programmati. Abbiamo avuto modo di sottolineare nel passato che, se l’azione quotidiana della Giunta Regionale ha lasciato a desiderare, quella della programmazione della spesa, invece, è stata sempre svolta ad altissimi livelli. Se nei prossimi mesi le risorse del Governo e dell’Europa cominceranno ad essere spese, i segnali si avvertiranno subito (stiamo parlando di 9 miliardi di euro). Tutto ciò sarà possibile se ci sarà una Giunta Regionale, efficiente, sensibile alle istanze dei territori ma, soprattutto, in sintonia con il progetto politico del Presidente.
Se Oliverio, al di là del risultato elettorale delle politiche, riuscirà a mettere in campo una impostazione del genere per i prossimi mesi di Governo, potrebbe invertire nuovamente la direzione del “vento”. E comunque, potrebbe salvaguardare il patrimonio politico e istituzionale del quale è espressione.
I primi segnali di questa inversione di rotta si potrebbero vedere già all’indomani della presentazione delle liste, anzi, tatticamente potrebbe rivelarsi una buona mossa anche sul piano elettorale. Mario Oliverio, sostanzialmente, dovrà dare plasticamente il segnale della costruzione di una nuova squadra che, in un progetto di lealtà politica lavori per recuperare immagine, consenso, credibilità ad una esperienza di governo che si è logorata giorno dopo giorno. La sfida è aperta. Saprà coglierla il Presidente della Regione? Lo verificheremo nei prossimi giorni.
Pasquale Motta