Lo scriveva l’altro giorno, il nostro Riccardo Tripepi, riportando le indiscrezioni dell’area centrista calabrese: il centro è in fermento. Tuttavia, il fermento pre-elettorale, spesso è condito di verità, mezze verità e, ovviamente, da una buona dose di notizie irreali. Il problema di una vasta area di personaggi del centrismo in salsa calabra, infatti, è quello di trovare una ricollocazione, possibilmente in uno schieramento che superi lo sbarramento del 3%. Il tentativo, per la verità abbastanza disperato, di Chiappetta e Pacenza va verso questa direzione. Ecco perché quel progetto appare irrealistico.

Nessuno più dei centristi, infatti, ha compreso che nella prossima competizione conta poco dove si volge lo sguardo prima del voto, se a destra o sinistra ma, conta soprattutto dove ci si trovi all’indomani del voto. Sarà per questo motivo che le voci si rincorrono e, spesso, si contraddicono, oppure, cosa alquanto probabile, sono il frutto di tentativi di ridimensionamento della strategia di Alternativa Popolare a guida Gentile. Tentativi legittimi in politica ma, tuttavia, allo stato, alquanto improbabili.

 

Dalle parti del senatore Piero Aiello, del consigliere, Baldo Esposito e di Giovanni Bilardi, infatti, fanno sapere a chiare lettere che loro stanno dentro al progetto messo in campo dal senatore cosentino. D’altronde, la strategia del sottosegretario è chiara e abbiamo cercato di tradurla più volte: nessun interlocutore privilegiato nell’attuale panorama politico ma interlocutori che garantiscono la possibilità di radicare e consolidare un movimento, quello di Alternativa Popolare, che lo si vuole a trazione calabrese. E d’altronde, l’alleanza con Abramo, ha già consacrato la prima vittoria nella strategia messa in campo in questa direzione.

 

La prossima tappa è il rinnovo dell’ufficio di Presidenza del consiglio regionale. L’appuntamento, fissato per l’11 settembre, infatti, potrebbe essere il secondo successo nella tela del ragno che i fratelli Gentile stanno tessendo in regione. Ciò potrebbe avvenire senza accordi trasversali con i Democrat ma, invece, coprendo gli spazi lasciati liberi dal PD, un partito sempre più in difficoltà e alle prese con lacerazioni interne pesanti, soprattutto alla vigilia della scelta dei capi lista e delle candidature al Parlamento, sulle quali, il rischio dell’implosione, per il partito di Renzi, è molto alto. Alternativa Popolare calabrese, dunque, oggettivamente, diventa il progetto e l’attrattore più credibile non solo per il centrismo calabrese ma per quello meridionale.

Pasquale Motta