Il torrente Garga accarezza un angolo di paradiso, lo cinge facendolo diventare quasi un’isola. Un pranzo fuori dal comune. Fuori anche dal tradizionale ristorante. Un pranzo fuori. Ma dentro la natura incontaminata della Sila.
Il suono delle acque, sottile e incessante, accompagna il susseguirsi ininterrotto delle portate. Tocchi raffinati di una cucina superba quanto da decifrare. Un susseguirsi di cuochi, camerieri, aiuti: ragazzi eleganti che si muovono con stile e competenza.

Antonio Biafora, chef giovane e brillante, ha subito conquistato una stella Michelin con il suo micro ristorante alla porta d’ingresso della Sila Grande Hyle a San Giovanni in Fiore. Poi è arrivata la stella verde della sostenibilità, un riconoscimento ai ristoranti per l'attenzione dedicata all'energia, alla valorizzazione delle prodotti locali e territoriali, all'impegno per la riduzione delle emissioni e il coinvolgimento di tutto il sistema locale.


Biafora ha ospitato nel bosco 14 ospiti in una caldissima domenica di fine luglio. Un raffinatissimo menu, un servizio d’eccellenza.

Ogni piatto è un mistero: che subito si svela.
Portata dopo portata il sole si allontana, uno chef prepara il caffè col macinino della nonna; la stufa a legna degli anni ‘50 ha fatto il suo dovere per tutto il giorno. Le coppie si ricompongono, il super stellato Biafora finalmente sorride rilassato e felice, i tanti aiuti e allievi di prim’ordine sono stanchi ma soddisfatti.
Antonio Biafora ha vinto un’altra sfida. Il coraggio e lo spirito di innovazione nella tradizione sono ancora una volta la sua strada maestra.
E come ha avuto modo di affermare l’editore del network LaC Domenico Maduli: «Adoro la cucina di Antonio Biafora: è orchestra per i nostri sensi. Lo stile, la classe, con cui elabora il cibo e crea i sapori unici è qualcosa difficile da spiegare, se non vivi la sua atmosfera».