Padre Luigi Loricchio, originario di Terranova da Sibari, è il giovane parroco che dal 2019 guida la Chiesa di Sant’Antonio a Rende. La tonaca è quella che contraddistingue l’Ordine dei frati minori fondato da San Francesco d’Assisi. «Ogni mattina quando indosso il saio tagliato a forma di croce, sento addosso il peso della passione di Gesù in cui coesistono mistero e amore».

La vocazione è arrivata in giovane età: vent’anni dopo essere entrato in convento, padre Luigi Loricchio non ha motivi per rimpiangere la sua vita di prima: «Il Signore ha approfittato della mia incoscienza. Se fossi stato più grande, forse la paura avrebbe preso il sopravvento e invece mi sono buttato in quest’avventura straordinaria con l’incoscienza della gioventù. Il Signore mi dà tutto quello che mi serve, quindi la risposta è no, non mi manca nulla.

«Complessa, ma non complicata». Ecco come padre Luigi Loricchio definisce la parrocchia di Sant’Antonio che, alla vigilia dei quarant’anni della sua fondazione, rappresenta uno dei luoghi religiosi più importanti del territorio rendese.

«Io sono il parroco, ma intorno a me ci sono tanti confratelli che mi affiancano nei servizi pastorali quotidiani». I tempi sono cambiati. Il ruolo della Chiesa e del sacerdote pure. Padre Luigi Loricchio spiega: «I frati minori, da sempre, hanno cura della povertà. Il nostro servizio Caritas, potenziato durante la pandemia, assiste ogni mese un centinaio di persone e la distribuzione dei generi alimentari avviene con una cadenza bisettimanale».

L’aiuto che la parrocchia di Sant’Antonio offre alle persone in difficoltà non è soltanto di tipo materiale. «Per due mercoledì al mese - continua padre Luigi Loricchio - è attivo il nostro centro di ascolto, dove psicologi e assistenti sociali, a titolo gratuito, mettono le proprie competenze al servizio di quanti si trovano in difficoltà».

Martedì e giovedì pomeriggio, ogni settimana, c’è il corso di italiano rivolto agli stranieri che vengono affiancati anche nel disbrigo delle pratiche necessarie per il rilascio dei documenti. «Pochi giorni fa - sorride padre Luigi - abbiamo festeggiato il conseguimento della cittadinanza italiana da parte di una signora. Lo dico a dimostrazione del fatto che entriamo nelle vite di queste persone, partecipando alle loro gioie e ai loro dolori. Di recente, abbiamo aderito a un progetto promosso dall’Ufficio Migrantes della diocesi. Abbiamo la disponibilità di due appartamenti destinati a stranieri che, raggiunta la maggiore età, lasciano i centri di accoglienza; come parrocchia garantiamo il pagamento dell’affitto per il primo anno e ci facciamo carico delle altre spese».

Il rito della benedizione delle case ha consentito a padre Luigi Loricchio di avere coscienza della solitudine nella quale vivono gli anziani. «Purtroppo non riusciamo a stare al fianco di queste persone così come vorremmo ma nel nostro piccolo le accompagnano se hanno bisogno di recarsi dal medico per una visita».

L’intervista che padre Luigi Loricchio ha rilasciato a Cosenza Channel si chiude con un messaggio per il Natale ormai alle porte: «Il mio augurio è quello di non perdere la luce della speranza, Cristo sì è fatto uomo per dirci che, nonostante tutto, è bello credere nell’umanità».