Il Rendano di Cosenza, il Politeama di Catanzaro e il Cilea di Reggio Calabria comparivano nel testo originale, oggi con due emendamenti il numero totale si è decuplicato. Duro il M5s che si è astenuto
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Ci sono anche i teatri “Rendano” di Cosenza, “Politeama” di Catanzaro e “Cilea” di Reggio Calabria tra quelli che assurgeranno, una volta ottenuto il via libera al Senato, al rango di Monumento nazionale. Il primo semaforo verde è stato dato dalla Camera, dove però le sale sono passate da 46 a 408 a margine di un nuovo testo unificato delle varie proposte di emendamento. Il provvedimento prevede anche che possano essere dichiarati monumento nazionale «i teatri la cui edificazione risalga ad almeno 100 anni», quelli «la cui programmazione sia rivolta ad attività di spettacolo dal vivo con il concorso finanziario pubblico» e quelli «il cui edificio» sia stato riconosciuto di «interesse culturale». Dall'attuazione di questa legge, inoltre, non dovranno derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le varie amministrazioni competenti dovranno provvedere nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
Il Movimento 5 Stelle si è astenuto dal voto, ma la parlamentare cosentina Anna Laura Orrico nel suo intervento in aula non è stata tenera nei confronti degli emendamenti apportati. «Crediamo nel ruolo dei presidi di cultura e il provvedimento poteva vederci d’accordo - ha detto - ma il centrodestra ha fatto una serie di figuracce. La scelta e il riconoscimento di Monumento Nazionale oggi passano dalla politica attraverso le cosiddette “marchette”». La coordinatrice calabrese del M5s ha quindi sostenuto la tesi che debba essere il Ministero della Cultura, con un regolamento fatto da esperti, tecnici, dirigenti e funzionari a definire i criteri oggettivi sulla base dei quali dare il riconoscimento ai teatri sparsi per il nostro territorio nazionale.
«È come se dicessi - ha poi evidenziato a mo’ di esempio - “io sono la deputata di Cosenza e inizio a presentare emendamenti in cui inserisco tutti i teatri della provincia di Cosenza, della Calabria e via dicendo”. Non può essere questo il metodo». Orrico ha quindi contestato la decisione di elargire i titoli senza sostenere valorizzazione o riqualificazione dal punto di vista economico. «Se non ci mettete un euro di finanziamento - ha concluso il suo intervento alla Camera rivolgendosi al Governo - mi spiegate come questi teatri possano essere restaurati e resi qualitativamente migliori per questo riconoscimento di monumento nazionale? Poi, succede che riconosciamo a un teatro il titolo di monumento nazionale e quel teatro cade a pezzi…».