Fabrizio Ruggiero, un ragazzo crotonese di 24 anni, sin da piccolo aveva in mente una sola cosa: fare il pugile.
Aspirazione piuttosto anomala, considerato che in Calabria non è uno sport particolarmente praticato e che i ragazzi sognano, tutt’al più di diventare calciatori.
Ma lui no, sin dai tempi del liceo aveva un sogno ben preciso: “Volevo fare il pugile, io dovevo fare il pugile”.
Fabrizio è un ragazzo come tanti, legatissimo alla sua terra, particolarmente buono.
Ma il suo è uno spirito indomito, da buon calabrese è testardo e determinatissimo.

Ha iniziato ad allenarsi già a 14 anni in una palestra di Crotone, sempre guardando e sognando un mito, il suo mito per eccellenza, il grande campione Gevorg “Giorgio” Petrosyan, un thaiboxer e kickboxer armeno, diventato cittadino italiano nel 2015 per meriti sportivi. Ha vinto il prestigioso torneo k-1 max nel 2009 e nel 2010, al tempo la massima espressione della kickboxing sotto i 70 kg di peso, e tuttora detiene il titolo di campione intercontinentale dei pesi medi WMC. È stato a lungo considerato il kickboxer più forte al mondo.

Di Petrosyan, Fabrizio parlava sempre, raccontava le gesta e studiava ogni mossa. Fabrizio è riuscito in un miracolo: raggiungere il suo inarrivabile campione, che ha subito visto in quel ragazzino del Sud qualcosa di diverso da chiunque altro, un vero talento naturale. Così lo prende nella sua squadra.

Da dilettante, Ruggiero vince uno dopo l’altro tutti i confronti, tutti i macht, tutto quello che c’era da vincere. Il suo mito, la leggenda, lo porta tra i professionisti; si trasferisce a Milano, si allena 9- 10 ore al giorno , il ring si fa sempre più infuocato, e Fabrizio continua a macinare vittoria su vittoria. Fino ad un primo stop, una sconfitta ai punti, a maggioranza dei giurati! Una dolorosa ferita per il giovane pugile di Crotone: “Io non dovevo perdere quell’incontro, non lo potevo perdere”.

Ora punta alla rivincita, perché lui è sempre comunque e un campione. Un campione di forza e di potenza, ma anche di umiltà. Ha un cuore d’oro, sogna sempre il ring ma vive questa disciplina con intelligente partecipazione emotiva e con una particolare tensione: “C’è un momento in cui sei completamente tu e solo tu: qualche minuto prima di salire sul ring sei solo con te stesso nel camerino, pensi ai grandi sacrifici che hai fatto per mesi, senti il tuo fisico d’acciaio che ha ormai cancellato i dolori sopportati. Ma sai benissimo che quando andrai su quel ring, in quella gabbia, sentirai entusiasmo, incitazione, fischi e applausi. Ed avrai in tutto 10 minuti per dimostrare a tutti di essere un campione”.

Fabrizio ha trascorso giorni di Natale nella sua Crotone, adora il mare: “A Milano mi manca il mio mare, il suo profumo, l’alba di Crotone. Il nostro sole è la cosa che mi manca di più”.
A seguirlo nella sua avventura è stata subito la sua ragazza, che ha conosciuto sin dai primi tempi dell’allenamento in palestra nella città di Pitagora. Lo sostengono i suoi genitori, i suoi familiari, tutti gli amici.
A primavera Fabrizio sarà di nuovo sul ring, si batterà con tutta la forza che ha dentro e vincerà nuovamente perché Fabrizio è un campione, è nato per vincere e vuole conquistare l’Italia e l’Europa: “Nel 2022 bisogna spaccare ancora di più. Non avrò pietà sul ring per nessun avversario. Siamo tutti sognatori, facciamo tutti sacrifici, ma il ring decreta solo un vincitore e quello sarò io in ogni match. Ho fame, voglio arrivare ai vertici”.