Nel piccolo borgo arbereshe alle porte del capoluogo di regione la giunta Sciumbata è in “trincea” per incentivare i giovani a restare attraendo investitori e nuovi residenti
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Il viaggio del Network LaC tra i centri calabresi interessati dal fenomeno dello spopolamento contagia anche Caraffa, borgo antico alle porte di Catanzaro, dove però diversi fattori fanno propendere per un cauto ottimismo.
«Più che spopolamento – ha detto in diretta al nostro Tg il vicesindaco Luigi Ciambrone (il primo cittadino Antonino Sciumbata è assente per motivi di salute) – per noi parlerei di una riduzione in termini di nascite, cosa che stiamo tentando di arginare mettendo in campo delle politiche che mirano a tutti coloro i quali intendono investire e venire all'interno del nostro territorio».


Quanto incide questa comunità albanese sul numero di abitanti, sull'incremento o decremento demografico?
«L'aspetto identitario – gli ha fatto eco il presidente del consiglio comunale Serena Notaro – della minoranza linguistica arbereshe ha invece un valore aggiunto per lo spopolamento. In realtà è un aspetto positivo, soprattutto perché avvicina le nuove generazioni».
Ma quali sono i settori su cui punta l'amministrazione?
«Lavoro, infrastrutture e servizi: noi – ha aggiunto Ciambrone – anche attraverso un'importante area industriale, il ruolo baricentrico che Caraffa gioca, stando al centro dell’Istmo quindi fra i due mari, Lamezia e Catanzaro, cerchiamo di mettere in campo politiche che possono attrarre nuovi investitori, nuovi investimenti e soprattutto creare delle condizioni di crescita e di maggiore sviluppo per il territorio».
Puntare sui giovani o attrarre nuovi residenti?
«Secondo me – ha concluso la Notaro – c'è una sinergia, quindi valorizzare e mantenere quella che è la nostra costanza per le nuove generazioni, ma anche invitare attrattive differenti di nuove generazioni, ma anche di paesi al di fuori».