La “bibbia” della sostenibilità e dell’etica produttiva segnala le cantine che si distinguono per responsabilità e qualità organolettica. I “Top Wine” nel Cirotano e nel Vibonese. Nelle etichette: «Identità e patriottismo»
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Nuovi riconoscimenti per il Vigneto Calabria arrivano sul fronte della sostenibilità, dell’etica produttiva e della responsabilità aziendale. Valori che caratterizzano, da sempre, l’approccio di Slow Food, il movimento internazionale fondato nel 1986 da Carlo Petrini, da sempre impegnato a promuovere “il diritto al piacere e a un cibo buono, pulito e giusto per tutti, come antidoto al “fast food” e alla “fast life”.
Concetti che si declinano alla perfezione anche in Slow Wine, sua costola enofila, che riprende le medesime regole applicandole al mondo del vino. Nella guida2024ai Vini Slow c’è anche una significativa rappresentanza di vini calabresi. Ventiquattro le cantine recensite. Non ai livelli di altre regioni, certamente, ma comunque un grado tale da rivelare la crescente considerazione di cui la produzione regionale gode nel settore, soprattutto in termini di qualità e, in questo caso, di sostenibilità.
I numeri di Slow Wine 2024
Del resto la guida ha “assaggiato”24.500 vini, visitando e recensendo 1.957 cantine in tutto lo Stivale. Quella di Slow Wine vanta di essere «l’unica guida che visita ogni anno le aziende recensite e che le racconta in ogni particolare storico, agronomico ed enologico, offrendo al lettore una fotografia del mondo del vino nel nostro Paese. Grazie al lavoro puntuale e competente di oltre 200 collaboratori distribuiti in tutta Italia, riusciamo a mappare il territorio, scovando in anticipo le novità e le tendenze che attraversano il settore».
Sono 227 le cantine che hanno ottenuto quest’anno il riconoscimento della Chiocciola, simbolo di Slow Food, in quanto “buone, pulite e giuste”. Altre 194 sono state premiate con la Bottiglia, per vini che esprimono una “eccellente qualità organolettica”. A 787 vini è stato assegnato il titolo di Top Wine in quanto portatori di “un profilo organolettico eccellente”. Tra questi, 386 hanno ottenuto il marchio di Vino Slow perché “Top Wine buoni, puliti e giusti”, e 156 quello di Vino quotidiano, vale a dire “Top Wine che costano fino a 12 euro in enoteca”. Scorrendo tra le statistiche della guida si scopre che il 56 per cento delle cantine recensite pratica un’agricoltura biologica e biodinamica certificata; il 63 per cento dei vini premiati è prodotto con pratiche biologiche o biodinamiche; 1.371 cantine recensite producono fino a 100mila bottiglie l’anno.
Le cantine premiate in Calabria
Nove riconoscimenti in tutto. La guida 2024 di Slow Wine assegna la Chiocciola a due cantine calabresi: ‘A vita e Sergio Arcuri (entrambe di Cirò); la Bottiglia va ai Vigneti Vumbaca (Cirò). Nei Top Wine entrano sei etichette. Tra i Vini Slow: il Cirò bianco Diversamente 2016 di Tenuta del Conte; il Cirò rosato 2022 di ‘A vita; il Cirò rosso classico Superiore Riserva 2020 di Vigneti Vumbaca; Libera i sensi 2022 di Sergio Arcuri, il Libìci 2021 di Casa Comerci. Unico tra i Top Wine - Vino quotidiano il Mare 2022 di Cantine Benvenuto.
La geografia del Vigneto Calabria disegnata dalla guida vede dunque confermato lo storico predominio del territorio di Cirò con quattro vini premiati. Ma emerge anche in maniera significativa e interessante il lavoro dei viticoltori vibonesi presenti con Casa Comerci di Badia di Nicotera e Benvenuto di Francavilla Angitola. Tra i vitigni spiccano quelli autoctoni: gaglioppo, greco, magliocco canino e zibibbo di Pizzo (già presidio Slow Food). Questi ultimi due, in particolare, si candidano a far parlare molto di sé grazie al lavoro avviato dall’Associazione viticoltori vibonesi per l’ottenimento del marchio Doc Costa degli Dei, territorio in cui la loro produzione conosce un momento particolarmente felice.
Le cantine calabresi recensite e i nuovi ingressi
Casa Comerci; Spiriti Ebbri; Cote Di Franze; Librandi Wine; Fratelli Dell'Aquila; Origine&Identità; Tenuta del Conte; Terre del Gufo; Tenuta del Travale; Tenute Pacelli; Antiche Vigne Pironti; Azienda Agricola Giuseppe Calabrese; Masseria Falvo 1727; Ceraudo; Poderi Marini; Le Moire; Cantine Benvenuto.
Nuovi ingressi: Barone G.R. Macrì; Cerminara - Fratelli di Cirò; Cervinago; Giovanni Lonetti; Vigneti Vumbaca; Traclò.
«Vini patriottici»
Il quadro, storico e contemporaneo, della produzione vinicola regionale, la guida 2024 di Slow Wine lo sintetizza così: «“I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini” scrisse Corrado Alvaro. Non è stato semplice arrivare al cambio di rotta iniziato poco più di dieci anni fa in quel di Cirò. Per fortuna, però, c’è sempre qualcuno in questa regione che riesce a dimostrare che, a volte, si può andare oltre gli usi e le abitudini, oltre i sentieri già tracciati. C’è sempre qualcuno che inizia a disegnare un nuovo percorso e lo fa con tutte le competenze richieste per poter determinare e stabilire un prima e un dopo. Queste persone sono quelle che gli altri definiscono innovatori, ma che forse sarebbe meglio definire semplicemente individui coraggiosi, perché ci vuole coraggio a portare avanti le proprie idee in una terra spesso restia ai cambiamenti. Per fortuna c’è ancora qualcuno che investe in Calabria. Cirò, con la sua rivoluzione nell’approccio al vino e al modo di raccontarlo, ha sicuramente segnato quel prima e quel dopo nel mondo enoico calabrese: i protagonisti di questa rivoluzione lavorano tanto in vigna e poco in cantina, seguendo la naturale vocazione dei vitigni autoctoni, ma soprattutto, in un tempo in cui tutti aspirano a essere numeri primi, hanno scelto di raccontarsi insieme, dimostrando che insieme non equivale a non emergere, anzi significa determinare un’identità. Sulle loro orme, la Calabria tutta si è mossa in questo senso».
«Slancio inarrestabile»
Prosegue la descrizione: «Lo slancio verso una viticoltura pulita e rispettosa della terra è ormai inarrestabile. Le aziende che lavorano in biologico e in biodinamico aumentano di anno in anno e gli ultimi due millesimi sono stati forieri di parecchie nuove realtà che hanno scelto tale strada. Nel Cosentino, nel 2021, dieci piccole aziende si sono unite sotto il nome di Vignaioli Artigiani di Cosenza, e quest’anno in guida sono ben due quelle presenti, a testimonianza che la strada intrapresa è quella giusta. I consorzi Terre di Cosenza e Terre di Reggio Calabria mai come quest’anno si sono mossi per raccontare il vino, i vitigni e i produttori dei rispettivi territori. Nel Vibonese non solo è stata riportata in auge la tradizione dello Zibibbo calabrese, ma nuove aziende hanno scelto di darne interpretazioni diverse. Così anche l’Aspromonte, con un nuovo ingresso, diventa simbolo di una cultura italo-greca da salvaguardare. E allora sì, lasciateci questo senso di patriottismo, questa nostra consapevolezza di abitare un territorio che, in termini di identità, ha tanto da raccontare».
I commenti delle cantine premiate
Casa Comerci: «Siamo felicissimi! Grazie a tutto lo staff di Slow Wine per questo premio arrivato in un periodo così delicato e complesso per quella che sarà la nostra vendemmia. Eh sì il vino non è solo gioie ma è anche tanta fatica e tanta perdita come quella di quest’anno. Sin dal nostro esordio abbiamo avuto un’idea di viticoltura ben precisa: far riemergere il vitigno della nostra famiglia e del nostro territorio e lavorandolo in purezza senza fronzoli alcuni, assecondando la sua evoluzione naturale. Un’idea un po’ folle 25 anni fa, senza mai farci condizionare ma che oggi trova finalmente il suo spazio e apprezzamento. Il nostro Libìci è questo: è frutto di un magliocco canino in purezza vinificato solo in acciaio con il solo utilizzo di lieviti indigeni, è frutto del nostro Terroir, che tanto abbiamo voluto e assecondato. Questa volta con l’annata 2021 sale sul podio della guida Slow Wine 2024 con il massimo riconoscimento Top Wine - Vino Slow. Grazie per aver compreso ancora una volta i nostri vini, il nostro territorio e la nostra grande passione».
Tenuta del Conte: «Il Cirò Bianco DiversaMente nasce dall’idea di vino dall’anima territoriale. Si tratta di un Greco Bianco con due giorni di macerazione. Abbiamo fortemente creduto in questo progetto e oggi condividiamo con tutti i nostri amici il riconoscimento che la guida Slow Wine 2024 assegna al Cirò Bianco DiversaMente 2019 premiandolo con la menzione vino Top Wine - Vino Slow. “Bottiglia che, oltre ad avere una qualità organolettica eccellente, riesce a condensare nel bicchiere caratteri legati a territorio, storia e ambiente. L'assenza di diserbo chimico nei vigneti. Il Vino Slow risponde anche al criterio del buon rapporto tra la qualità e il prezzo, tenuto conto di quando e dove è stato prodotto.” Grazie Slow Wine per aver apprezzato il nostro lavoro!».
Sergio Arcuri: «Riconoscimenti Slow Wine sempre molto graditi. Dalle altre guide non abbiamo mai dei riconoscimenti, il motivo è semplice: non gli inviamo mai i campioni».
Vigneti Vumbaca: «Grazie Slow Slow Wine. Grazie ai nostri curatori regionali Alessandra Molinaro, Guglielmo Gigliotti, Angela Sposato, Laura Boccuto. Ci vediamo a Milano per la presentazione della guida Slow Wine2024 e la grande degustazione di tutte le aziende premiate».