È quanto riferisce il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale. Intanto dalle regioni iniziano ad arrivare gli esiti dei primi test effettuati su docenti e operatori scolastici
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A partire da oggi inizia la distruzione di mascherine e gel igienizzante nelle scuole. Le consegne saranno effettuate presso la sede principale delle istituzioni scolastiche nelle fasce orarie che vanno dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 18. È quanto ha comunicato il capo dipartimento del Ministero dell'Istruzione ai dirigenti scolastici e agli Uffici scolastici regionali secondo quanto apprende l'Ansa.
Un terzo del personale rifiuta i test
Intanto per docenti, Ata e personale scolastico in tutte le Regioni proseguono i test sierologici. A disposizione ci sono circa 2 milioni di test e i prelievi, che restano volontari per chi voglia sottoporvisi, dovranno concludersi 7 giorni prima dell'inizio dell'anno scolastico. In caso di positività, al massimo entro 48 ore andrà effettuato il tampone.
Ma proprio per effettuare il test, tre lavoratori della scuola, tra insegnanti e operatori, «rifiutano l'appuntamento per il test sierologico dal medico di famiglia» per la campagna di screening cominciata ieri e che finirà il 7 settembre. Lo riferisce all'Adnkronos Salute il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, in base ai primi dati delle telefonate effettuate per la prenotazione dell'esame da una parte dei camici bianchi che sta attivamente contattando gli assistiti a cui è destinato il test.
Per alcune regioni iniziano invece ad arrivare i primi risultati: docenti positivi in Veneto, 12 in Lombardia (tra Varese e Como), 20 in Umbria, 4 in Trentino. Ci sono invece sei casi di positività tra i test Covid effettuati tra il personale scolastico nel Trevigiano. Questi rimarranno in isolamento volontario in attesa del tampone, seguendo la procedura del ministero della Salute. A Bergamo sarebbero oltre 6mila le persone prenotate per il sierologico in vista della riapertura dei plessi scolastici.
Come funziona
Ciascun medico di famiglia ha in media 30 pazienti (da un minimo di 15 a un massimo di 50) a cui viene proposto il test. Ogni camice bianco ha, da alcune settimane, un elenco degli aventi diritto «e molti di noi li hanno già contattati tutti per gli appuntamenti. Ricevendo, nel 30% dei casi un rifiuto. Un dato, quest'ultimo, che, tra l'altro, non ci viene chiesto di registrare», dice Scotti, spiegando che i medici non sono tenuti a contattare direttamente i pazienti, la circolare prevede infatti che sia il paziente a contattare il medico. «È una nostra iniziativa, utile per organizzare il lavoro e inserire i test. Personalmente, per esempio, dedico a questa attività una seduta fuori dall'orario di studio, con i dovuti distanziamenti. La mia segretaria ha già chiamato tutti. E il 30% ha rifiutato. Un dato riscontrato anche da altri colleghi che applicano la medicina di iniziativa, contattando i pazienti».
Considerato, però, che le scuole riaprono, per il personale, il primo settembre, «temo che il 31 agosto, lunedì prossimo, potremmo avere un boom di richieste, legato a ripensamenti dell'ultimo momento. Questo potrebbe creare intasamenti. Mi appello al senso del dovere dei docenti e degli operatori in modo da non creare intoppi organizzativi. I medici sono disponibili ma serve collaborare», conclude.