“Fratello parroco”, come lo chiamavano tutti, venne strappato alla vita il 3 ottobre del 1986. Ieri la salma è stata accolta nella parrocchia di Santa Lucia, dove si è tenuta una solenne celebrazione liturgica
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Frate cappuccino, per molti anni al convento di Acri. Poi ai primi anni ‘70 a quello di San Giovanni in Fiore. È stato anche negli Stati Uniti. Ovunque lasciando sempre una profonda traccia del suo impegno.
Il 19 ottobre 1975 P. Antonio Pignanelli prendeva possesso della nuova parrocchia di Santa Lucia, quartiere popolare di circa 5000 abitanti. Ma le condizioni in cui versava il quartiere erano sconfortanti. Mancava tutto, anche la Chiesa. Tanti i bisogni della gente. Cominciò subito ad ascoltare i problemi e le necessità a cui voleva dare risposte. Cominciò a celebrare messa nei garage, nelle palestre delle scuole, nei corridoi dell'ospedale non ancora in funzione, anche all'aperto!
Trovò un quartiere di famiglie di emigrati che avevano lasciato moglie e bambini e di famiglie indigenti alle quali era stato assegnato un alloggio popolare. Il Parroco condivise le angosce di quella gente, per la quale rappresentò spesso l'unico riferimento. Seppe essere, dunque, missionario in una zona desiderosa di crescere e progredire.
Presto, intorno a lui, si strinsero anche coloro che lo avevano accolto con freddezza, ora disponibili a condividere gioie e dolori del parroco per contribuire alla nascita di una Chiesa dei poveri, per i poveri. In 10 anni cambiò volto al quartiere, diede fiducia alla gente, conquistò i ragazzi (diverse diventerono poi frati e suore), si occupò dei problemi concreti, combattendo sempre contro le ingiustizie sociali e i gravi ritardi delle istituzioni. Purtroppo venne strappato alla vita ancora giovane, il 3 ottobre 1986. Migliaia le persone al suo funerale. Aveva espresso il desiderio di essere sepolto in chiesa. Ma non fu possibile farlo subito. Ci si provò per anni.
Oggi il giovane don Giampiero ha potuto annunciare, visibilmente commosso, che l’obiettivo era stato finalmente raggiunto. Così i frati cappuccini e tantissima gente hanno accolto la salma del frate cappuccino tornato nella sua chiesa di Santa Lucia.
“Fratello parroco”, come lo chiamavano tutti, il cappuccino che diede vita agli inizi degli anni ‘70 a questa grossa parrocchia di San Giovanni in Fiore, riuscì in pochi anni a costruire anche la chiesa parrocchiale, che non esisteva prima, ma soprattutto creò una comunità florida e molto partecipe. Dopo tanti anni dalla sua morte, padre Antonio oggi è tornato nella sua chiesa, come aveva desiderato e come ha lasciato scritto nel testamento.
Il frate cappuccino, che amava stare tra gli ultimi, che era molto legato ai giovani, che si spendeva per i problemi sociali della popolazione, ora riposa nella sua parrocchia, fra la sua gente.
Ieri si è tenuta una solenne celebrazione liturgica in memoria di Padre Antonio. Tanta la gente che vi ha partecipato perché il suo ricordo è vivissimo a San Giovanni in Fiore e nelle realtà dove lui ha operato.