Plastico del progetto preliminare ed «esperienza immersiva» con visita virtuale alla mega opera. Il viaggio virtuale si svolge mentre una coppia definisce «strabiliante» la struttura. La protesta da Villa San Giovanni: «Altro che software, le polveri sottili toccheranno a noi»
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Questa volta non c’entrano Porta a Porta e il feeling di Bruno Vespa per le riproduzioni in scala. Il plastico del Ponte sullo Stretto non sarà nello studio televisivo di Rai Uno: spicca nello spazio espositivo allestito dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al Meeting di Rimini. Metà di un intero padiglione della Fiera di Rimini è dedicata all'area "L'Italia in movimento", a cui partecipano, tra gli altri il gruppo Fs, Anas, Enac e Enav.
Ma gli occhi della comunità di Comunione e liberazione sono tutti per la riproduzione in scala 1:2000 del progetto preliminare del Ponte.
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Matteo Salvini ci tiene molto e per questo il suo ministero ha deciso di fare le cose in grande al Meeting di Rimini che inizia oggi e andrà avanti fino a domenica. L’investimento per allestire il mega padiglione alla fiera di Cl vale mezzo milione di euro, con decine di migliaia di euro per gadget, videogiochi interattivi per i visitatori e campagne di comunicazione.
Tanto che l’opposizione vede l’impegno più come uno spot al vicepremier leghista che come un tentativo di avvicinare i cittadini al lavoro fatto in questi mesi e negli anni. Nei giorni scorsi il Fatto Quotidiano aveva tirato le somme di una parte dell’investimento, raccontando dei 100mila euro spesi per portare a Rimini una mappa digitale di tutti i cantieri aperti in Italia (ne sanno qualcosa i viaggiatori che li hanno maledetti in questi giorni) e soprattutto una «esperienza immersiva» che consentirà una visita virtuale al famigerato Ponte sullo Stretto.
"Scopri ed esplora il Ponte sullo Stretto", recita il pannello che delimita lo spazio dedicato all'opera. I visitatori si fermano a scattare foto al plastico. Poi, incuriositi si lasciano trasportare dall'esperienza immersiva in realtà virtuale commissionata dal Mit: due visori e due schermi per fare un giro completo del Ponte. Si può salire a scoprire l'opera dalla vetta dei piloni, oppure restare a guardarla dal livello del mare.
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Si può comparare l'altezza dei piloni con quella di edifici come la Tour Eiffel di Parigi, il Chrysler Building di New York o il grattacielo Pirelli di Milano. E si può confrontare la lunghezza del Ponte con quella del Brooklyn Bridge di New York, del Golden Gate di San Francisco e del ponte di Canakkale in Turchia. L'esperienza virtuale che i visitatori preferiscono, però, è la simulazione di un viaggio in macchina sul Ponte.
L'utente siede sul sedile posteriore e ascolta il dialogo di una coppia. L'uomo al volante tranquillizza la donna preoccupata. «Ho letto su una rivista che può resistere a venti fino a 300 chilometri orari e a terremoti fino al settimo grado della scala Richter», spiega. «Le ore di attese, il caldo, le code, invece così in 5 minuti siamo in Sicilia e senza scendere dalla nostra comoda e fresca macchinina», aggiunge. «Il primo ponte sullo Stretto risale addirittura alle prime guerre puniche, fu costruito dai Romani», va avanti la voce artificiale. La donna continua a fare domande e l'uomo risponde assicurando anche sul passaggio delle navi. «Mi hai convinto, è davvero una cosa strabiliante», conclude la donna.
Rappresentazione che non piacerà ai tanti che ritengono il progetto irrealizzabile e che, sicuramente, è molto vicina alla propaganda.
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Lo è di sicuro per Enzo Musolino, segretario cittadino del Partito democratico di Villa San Giovanni. «Centomila euro dei contribuenti per “costruire”, finalmente, ciò che professori universitari, economisti e ingegneri di tutto il mondo ritengono irrealizzabile allo stato della tecnica – spiega Musolino –. Non si tratta, dunque, di “aggiornare” il progetto pieno di errori che Salvini ha ereditato da Berlusconi, si tratta di creare a Rimini un’esperienza immersiva sul Ponte, mediante software e contenuti visivi/audio e interattivi, grazie alla progettazione dell’interfaccia utente e produzione dell’hardware. Un’enorme "supercazzola", in sintesi, per dare vita fatua ad un “Frankenstein” pericolosissimo che già sta rendendo più poveri i territori dello Stretto».
«I 14 miliardi di euro che serviranno per il Ponte e che sono stati scritti nella legge di Bilancio – continua Musolino – si stanno già traducendo, infatti, nel mancato investimento sulla flotta delle navi “green” per il traghettamento, nell’indifferenza per la vera priorità di Villa San Giovanni, soffocata dal traffico e destinata, in aggiunta, a diventare la “Città sotto il Ponte”». Ai 14mila cittadini «toccherà anche respirare le polveri sottili di un enorme cantiere – quello del Ponte – che sarà operativo nel cuore di un’area densamente urbanizzata e che dovrà convivere con il consueto traghettamento di Tir e Treni». E in quel caso l’esperienza sarà davvero immersiva, altro che plastico.