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Non c’era bisogno di un veggente per capire come sarebbe andata a finire: con i relatori pronti ad imboccare la via di fuga e gli organizzatori, rimasti con il cerino in mano, costretti a traslocare altrove, in un albergo. Vicini ma fuori dall’Università della Calabria.
Nicola Feraudo e Pietro Domma, esponenti di Democrazia Culturale, movimento studentesco dell’ateneo di Arcavacata, il convegno di politica internazionale sul tema “Stati Uniti e Corea del Nord – Rischio di un nuovo conflitto mondiale” dovranno svolgerlo all’Hotel Majorana.
«I seminari o qualsiasi altro tipo di incontro, quali luoghi di crescita morale e culturale servono proprio a fondere i diversi modi di pensare e di vedere le cose in modo da trovare un giusto compromesso, anche condannarli se ci sono le condizioni - si legge in una nota degli organizzatori - Avevamo pensato che l'università fosse il giusto luogo per un confronto di questo genere, ma non è stato così.
Condividere o non condividere è una scelta personale, ma non accettare la presenza di una persona e di conseguenza delle sue idee è sicuramente inopportuno. A seguito delle numerose critiche, fermo restando che in molti hanno compreso la nostra scelta, e non volendo "ledere" in alcun modo il mondo accademico, ci svincoliamo da questa sterile ed inutile polemica, spostando il luogo dell'evento, confermando la nostra buona fede nel portare avanti gli ideali di pace, integrazione e contro ogni genere di conflitto».
L’incauta scelta di invitare il senatore Antonio Razzi, ha determinato il dietrofront del mondo accademico, mentre il segretario della Commissione Affari Esteri di Palazzo Madama non diserterà l’appuntamento. Sempre che vi sia una platea alla quale parlare.
Salvatore Bruno