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La definisce una grande sfida per il sud Italia. Il Ponte sullo Stretto, per il presidente del gruppo consiliare regionale “Oliverio Presidente”, rappresenta un’importante opportunità: «L'Italia ha professionalità di livello mondiale e non può cedere di fronte ad una sfida ingegneristica così ambiziosa, un progetto che cambierà totalmente il volto del Paese spostando l'asse di forza verso Sud» ha sostenuto tramite nota.
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Il progetto definitivo del ponte sullo Stretto, approvato il 29 luglio 2011 e successivamente bloccato dal governo Letta, prevede la realizzazione di un ponte sospeso a campata centrale unica di lunghezza pari a 3.300 metri, con un impalcato di complessivi 3.666 metri e una larghezza di 60 metri. La sezione stradale dell'impalcato è composta da tre corsie per ogni carreggiata, ciascuna di 3,75 metri, mentre la sezione ferroviaria comprende due binari con due marciapiedi laterali pedonali: «Un'opera ingegneristica di straordinaria entità – ha sottolineato Greco aggiungendo - La realizzazione del ponte sullo stretto di Messina permetterebbe il completamento del corridoio TEN-T1 Berlino-Palermo e proietterebbe la Calabria e la Sicilia in una cornice europea non più marginale e periferica rispetto alla grande aggregazione dei paesi nord europei. Avrebbe inoltre ricadute positive sia per le altre infrastrutture viarie il cui completamento si renderebbe a quel punto improcrastinabile, sia dal punto di vista occupazionale in quanto nei sei anni di cantiere previsti nel cronoprogramma del progetto saranno coinvolte direttamente e indirettamente circa 13.000 unità lavorative annue».
Un “monumento tecnologico che – a giudizio dell’esponente politico - darebbe prestigio a tutto il Paese” generando importanti ritorni economici, incrementando l'attrattività turistica di Calabria e Sicilia e accendendo i riflettori su un’area dalle grandi potenzialità.
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«Molti – ha continuato - contestano il fatto che in questo particolare momento storico e sociale sia prioritario spendere soldi pubblici per gli ospedali, gli acquedotti, le strade e le scuole. Nessuno potrebbe negare quanto questa affermazione sia coerente con l'attuale condizione in cui versa il Paese, ma la realtà è che i soldi destinati al ponte, essendo a destinazione obbligata, se non serviranno per finanziare quella che potrebbe diventare una delle più grandi opere del secolo, saranno utilizzati per finanziare qualche altra grande opera nel nord Italia o in qualche altro stato della comunità europea. Oltretutto si tratta di un'opera da realizzare tramite progetto di finanza, con un'importante partecipazione alla spesa da parte di società private».
In conclusione rimarcata la necessità di monitorare ogni passaggio per evitare corruzioni e collusione con le associazioni di stampo mafioso: «La Calabria e la Sicilia – ha concluso - possono realizzare insieme un'opera ingegneristica di livello internazionale che, oltre al valore strategico e infrastrutturale, rappresenti la rinascita e il ricongiungimento dell'Italia del Meridione con l'Europa mediterranea»