«C’è una valutazione di impatto ambientale che è partita da pochi giorni. Spiegheremo l’attività che abbiamo fatto. Terremo conto di eventuali osservazioni critiche o richieste di integrazione perché noi vogliamo fare un’opera che sia rispondente e rispettosa dell’ambiente che è un valore di condiviso e di tutti quanti».

Lo chiarisce fin da subito, cercando di sedare proteste e nopontisti, Pietro Ciucci, presidente della società Stretto di Messina spa, che dovrà realizzare il Ponte sullo Stretto, che oggi ha incontrato Villa San Giovanni i rappresentanti delle istituzioni interessate sulla sponda calabrese. Dopo le contestazioni messinesi, ad accogliere Ciucci non ci sono state vere e proprie proteste. Non voleva essere una manifestazione di dissenso, chiarisce Piero Idone del Wwf reggino, ma «un gesto simbolico». Una campana fatta suonare come “disturbatore” della presentazione del progetto e un grido incessante: «Svegliatevi».

Ciucci non si è lasciato distogliere e alle domande ha dato risposte secche prima di passare all’illustrazione del progetto definitivo. Primo punto da licenziare: «La copertura finanziaria per la realizzazione dell’opera pari a 12 miliardi di euro c'è, anche se sarà ovviamente scansionata nel corso del tempo. Rispetto alle altre opere pubbliche, che non si sono completate, o la cui esecuzione è stata rallentata, in questo caso, la copertura è prevista nella sua totalità».

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Superato il primo scoglio Ciucci ha sottolineato l’intenzione di condividere tutto l’iter con i territori. Lo ha detto nella sala consiliare del Comune di Villa San Giovanni alla presenza del sindaco Giusy Caminiti, con i rappresentanti della Città Metropolitana e altri sindaci territorialmente interessati e la vice presidente del Consiglio Regionale Giusy Princi. «Siamo pronti ad affrontare le osservazioni, con appositi incontri e in presenza delle amministrazioni locali – ha spiegato Ciucci –. Abbiamo investito tempo e danaro e affronteremo le eventuali discrepanze tra il progetto esecutivo e quello definitivo, assicurando una presenza costante sui cantieri, durante e dopo la conclusione dei lavori».

Ciucci accantona anche l’incubo incompiuta senza considerare che nel 2011 il progetto ha lasciato su Villa la cicatrice della variante ribattezzata “Ecomostro”.

E sul nodo espropri l’amministratore della Stretto si ammorbidisce comprendendo le difficoltà. «Se possibile vorremmo veramente arrivare a superare questa fase dedicata con un approccio collaborativo e su base volontaria».

Ciucci: «Le 68 osservazioni sul Ponte sono opportunità di miglioramento»

E le 68 osservazioni per Ciucci non sono un ostacolo, anzi: «Le 68 raccomandazioni, ho già avuto modo di precisare leggendo semplicemente quello che è scritto nel documento che non è che è stato scoperto da qualcuno facendo uno scoop ma è un documento che noi abbiamo messo a disposizione di tutti, sono osservazioni, considerazioni e raccomandazioni che vengono dopo aver espresso un parere positivo all’unanimità sul progetto. Quindi, non sono criticità. Non sono prescrizioni ma sono opportunità di miglioramento, di ottimizzazioni del progetto. E anche tutte queste attività condivise verranno svolte prima e in contemporanea alla redazione del progetto esecutivo. E poi, aggiungo io, che comunque non finisce col progetto esecutivo perché è un’opera che richiede sette anni per la realizzazione. E cosa facciamo durante questo periodo: smettiamo di studiare i temi del vento, del sisma o tutte le innovazioni tecnologiche che ci possono essere? No, è un progetto in divenire che ha i suoi fondamentali di fattibilità ma che può essere ottimizzato così beneficiando di ogni evoluzione in termini di materiale e tecniche durante la fase di realizzazione».

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È convinto Ciucci che il confronto con i territori in tutto l’iter sia fondamentale: «C’è un rapporto direi molto vicino con ciascuno dei sindaci di Reggio, di Villa San Giovanni di Messina. Ovviamente ognuno difende e protegge gli interessi, i diritti e le le opportunità ciò che ogni territorio vuole assolutamente ottenere da questa grande opera. Io ho detto ma, non è retorica, che questa è un’opera del territorio, per il territorio e la nostra indicazione al contraente generale che realizzerà materialmente l’opera è che tutte le attività, tutte le forniture servizi che possono essere forniti dal territorio o devono essere forniti acquisiti sul territorio. Quindi non è un’opera pensata a Roma e trasmessa, trasportata a Villa San Giovanni a Messina».

Dopo le questioni emerse dall’assemblea pubblica con i cittadini a Villa, a Ciucci abbiamo chiesto se i timori manifestati, soprattutto dalle associazioni ambientaliste, siano reali. Se un progetto identico al 2011 non rischi di fare la medesima fine. Ma l’Ad della Stretto di Messina anche in questo caso ha spiegato che, dal suo punto di vista, il pericolo non c’è. «Dobbiamo metterci d’accordo. Il fondamentale del progetto, la parte tecnica, la silhouette o il disegno dell’attraversamento del ponte è quello e rimane quello perché è un progetto già studiato approfondito con una quantità enorme di studi e di analisi. L’abbiamo aggiornato da punto di vista tecnico per tener conto del nuove normative intervenute e di tutte quante le maggiori richieste in termini di sicurezza. E abbiamo aggiunto una documentazione ambientale che va oltre quella che era prevista per legge. Abbiamo rifatto lo studio d’impatto ambientale sull’intero progetto non soltanto su alcune parti variate rispetto al 2011. Abbiamo inserito uno studio di incidenza ambientale sui 13 siti protetti sui quali il ponte interviene adottando le normative più recenti concordate dal Governo con l’Europa. E facendo riferimento anche agli ultimi parametri fissati dalle regioni Sicilia e Calabria sul i parametri di conservazione riguardanti appunto i siti di natura 2000 fissati a dicembre. La consegna il 15 febbraio è dovuta proprio al fatto che abbiamo atteso di avere gli ultimi dati per poter integrare il progetto».

Falcomatà: «Il percorso entra nel vivo, ora servono risposte»

«Siamo di fronte ad un percorso che entra nel vivo. Adesso, come non mai, servono le risposte necessarie a comprendere appieno come e cosa cambierà il progetto del Ponte sullo Stretto». È quanto ha detto il sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà, intervenuto, a Villa San Giovanni, al tavolo di confronto con l’amministratore delegato della società “Stretto di Messina spa”, Pietro Ciucci, alla presenza della vicepresidente della Regione, Giusy Princi, della sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, e degli amministratori dei territori interessati alla realizzazione della megaopera.

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«Abbiamo sempre detto che il Ponte - ha spiegato Falcomatà - deve essere il tassello di un puzzle di un percorso più ampio di intermodalità, di come, cioè, i nostri territori e la Sicilia vengano connessi tra di loro con il resto del Paese. Il Ponte non può essere un’infrastruttura a sé stante o indipendente, ma elemento intorno al quale ragionare su un sistema di mobilità integrata. Per questo servono chiarimenti agli interrogativi avanzati anche dai nostri tecnici. Interrogativi che hanno, necessariamente, bisogno di una risposta».

«Con la sindaca Giusy Caminiti - ha continuato - abbiamo ragionato su come intervenire per creare un supporto tecnico comune. Il senso è quello di congiungere i nostri uffici, quelli della di Città Metropolitana, dei Comuni di Villa San Giovanni, di Campo Calabro e degli altri territori individuati dalla “Stretto di Messina spa”, per costituire un pool di specialisti che segua la situazione relativa al progetto. In questa sede, abbiamo appreso con favore, dall’assessora regionale Emma Staine, che identico supporto arriverà dal Ministero dei Trasporti, una grandissima novità perché, fino ad oggi, la Città Metropolitana non ha mai avuto alcun tipo di coinvolgimento da parte delle strutture tecniche del dicastero».

«L’appuntamento odierno – ha concluso Giuseppe Falcomatà - conferma la voglia della Città Metropolitana e degli enti locali di affrontare questo percorso con la massima serietà, forte senso responsabilità ed un protagonismo positivo. Quello che nasce da questo dibattito è un’animazione territoriale che deve indubbiamente essere parte integrante della fase esecutiva».