Anche il report redatto a Gioia Tauro finirà tra le carte della Conferenza dei servizi. Per le opere previste a Cannitello era già arrivato il No del Comune di Villa San Giovanni. Decadono oggi i 60 tecnici della Commissione Via che ha evidenziato 239 criticità
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Ci sarà anche uno studio effettuato dall’autorità portuale di Gioia Tauro tra le carte che la conferenza dei servizi sul ponte sullo Stretto – iniziata al ministero delle Infrastrutture lo scorso 16 aprile – dovrà valutare, prima di esprimersi sulla costruzione dell’attraversamento stabile tra Calabria e Sicilia. Gli ingegneri e i tecnici dell’autorità portuale sono infatti al lavoro da settimane per completare il report che varrà depositato negli uffici romani del Mit.
Impossibile, ad oggi, conoscere il contenuto del documento che è ancora in fase di lavorazione ma non è difficile immaginare che tra gli effetti presi in considerazione dal report possano rientrare i dubbi che maggiormente interessano uno dei porti container più importanti del Mediterraneo: quelli legati al “franco navigabile” che potrebbero incidere sul passaggio delle grandi navi, e quelli connessi alla costruzione dei pontili provvisori che saranno utilizzati, su entrambe le sponde dello Stretto, per tutta la durata del maxi cantiere.
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Nei giorni scorsi, numerosi erano stati gli allarmi legati al possibile “effetto muro” che il ponte potrebbe rappresentare nei confronti delle navi più grandi, sia container che turistiche, in transito attraverso lo Stretto. Era stato il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, a puntare l’attenzione sulla scarsa “luce” tra le navi e la maxi struttura: «Ce ne sono di alte più di 68 metri – aveva detto a Repubblica, Merlo – per come è progettato adesso, non ci passano».
Allarme rilanciato, oltre che dai comitati ambientalisti che si oppongono alla costruzione del ponte, anche da Francesco Munari, professore di diritto dell’Unione europea all’università di Genova che, in un commento sul Sole 24 Ore, aveva sottolineato come la costruzione del ponte «certamente implicherà ulteriori misure restrittive della navigazione che dovranno essere preventivamente concordate a livello internazionale. In ogni caso, bene sarebbe valutare appieno le conseguenze di tali nuovi misure anche sulle scelte di opportunità per una nave nel percorrere lo Stretto». Critiche, dubbi e paure che l’amministratore delegato di Stretto di Messina, Piero Ciucci ha respinto, ricordando come solo a pieno carico, il ponte si abbasserebbe fino ai 65 metri che impedirebbero il passaggio delle navi più alte.
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Tra i punti che potrebbero essere esaminati dai tecnici dell’autorità portuale potrebbe finirci anche la costruzione dei 4 pontili “di servizio” che la società Stretto di Messina intende allestire in funzione del futuro cantiere. Tre scali provvisori nel territorio di Messina e uno, largo 60 metri e lungo quanto basta per consentire le operazioni di carico e scarico delle navi, nelle immediate adiacenze del cantiere di Cannitello, a Villa. Opere su cui era già calata la scure del comitato scientifico allestito dal comune di Villa che aveva ricordato come sull’allestimento degli stessi pontili «non esistono studi sui possibili danni che tale opera potrebbe avere in futuro nell’ottica di erosione costiera».
La conferenza dei servizi
Il termine per la presentazione delle osservazioni da parte degli enti interessati – oltre all’autorità portuale, ci sono anche tutti i centri, piccoli e grandi, interessati dalle opere di cantierizzazione – scade il prossimo 8 giugno e, ad oggi, nessuna comunicazione dal ministero delle infrastrutture guidato da Matteo Salvini, è arrivata rispetto alla richiesta, avanzata dai primi cittadini di Reggio, Messina e Villa, di sospendere la stessa conferenza dei servizi, almeno per lo stesso arco di tempo in cui saranno sospesi – come richiesto da Stretto di Messina – i lavori della commissione Via Vas al ministero dell’Ambiente: «Ci sembra corretto che le due conferenze possano correre parallelamente – ha dichiarato nei giorni scorsi la sindaca di Villa Giusy Caminiti – dal momento che gli enti dovranno esprimere parere istruttorio che non potrà prescindere da quelli che saranno gli inevitabili effetti che le integrazioni avranno sul progetto ponte».
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Proprio oggi intanto, decadono, per termine del mandato, i 60 tecnici della commissione Via del ministero dell’Ambiente che, nei mesi passati, avevano “affossato” il progetto del ponte con 239 criticità venute fuori dallo studio dell’aggiornamento al progetto presentato dalla società guidata da Ciucci. In attesa del completamento delle procedure di selezione per la nuova commissione iniziate nel marzo scorso, i lavori della commissione uscente potranno andare avanti, per i prossimi 45 giorni, solo per l’ordinaria amministrazione prima di lasciare il posto ai nuovi esperti di nomina governativa. Sarà la nuova commissione ad avere l’ultima parola sull’impatto ambientale che il ponte potrebbe avere su uno dei pezzetti più incredibili dell’intero Mediterraneo.