È la fotografia emersa a Napoli in occasione di "Un paese due scuole", promosso da Svimez e L'Altra Napoli onlus. Divario che può aumentare se passano le proposte di autonomia
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Un bambino nato a Napoli, che frequenta la V elementare, usufruisce di 200 ore in meno di scuola, per mancanza di infrastrutture e tempo pieno, rispetto ad un coetaneo della Toscana al quale è garantita una formazione per 1226 ore, che coincide di fatto con un anno di scuola persa per il bambino del sud. È la fotografia emersa oggi, a Napoli, in occasione dell'incontro "Un paese due scuole", promosso da Svimez e L'Altra Napoli onlus. Solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. Il crollo degli investimenti in 10 anni al sud è stato del 30%.
«Il quadro che emerge dai dati, e che rischia di rafforzarsi ancor più se passano le proposte di autonomia, è quello di adattare l'intensità dell'azione pubblica alla ricchezza dei territori, con maggiori investimenti e stipendi nelle aree che se li possono permettere, pregiudicando proprio la funzione principale della scuola che è quella di fare uguaglianza».
L'allarme arriva dal direttore della Svimez Luca Bianchi, secondo il quale per contrastare le dinamiche che vedono dati di investimento e ore di offerta scolastica differenti al nord e a sud «occorre invertire il trend di spesa e rafforzare le finalità di coesione delle politiche pubbliche nazionali in tema di istruzione. Il Pnrr è l'occasione per colmare i divari infrastrutturali, tuttavia l'allocazione delle risorse deve essere resa più coerente con l'analisi dei fabbisogni di investimento, superando i vincoli di capacità ammnistrativa. La priorità oggi è rafforzare il sistema di istruzione soprattutto nelle aree più marginali, sia del Sud che del Nord. Garantendo asili nido, tempo pieno, palestre, rafforzando l'offerta formativa dove più alto è il rischio di abbandono».