Dodici anni che hanno aperto la Chiesa al dialogo, all’inclusione e alla giustizia sociale, con uno sguardo rivolto agli ultimi, all’ambiente e alla dignità di ogni persona
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Papa Francesco
Volge al termine il papato di Francesco, durato ben 12 anni. Un impegno, il suo, straordinariamente rivoluzionario. Sin dal suo "fratelli e sorelle, buonasera", pronunciato in piazza San Pietro per la prima volta il 13 marzo 2013, è apparso a tutti come un 'uomo' che avrebbe cambiato la storia della chiesa e dell'umanità intera.
Il suo non è mai stato uno scaltro tentativo di comunicazione, Papa Francesco era così: un prete di periferia, vicino agli ultimi.
È stato il primo papa extraeuropeo a ricoprire questo ruolo; il primo gesuita ad indossare questa veste. È stato il primo papa della storia ad attuare una vera e propria rivoluzione nella logica, troppo spesso, retrograda della chiesa. E lo ha fatto concretamente. Tutti noi ricordiamo le sue ferventi prese di posizioni sui vari temi sociali e ambientali; la sua attenzione verso "gli ultimi", gli emarginati dalla società, sempre con grande umiltà. Umiltà che assorbiva da San Francesco d'Assisi, santo da cui decise di prendere il suo nome pontificale.
I cambiamenti apportati da Francesco alla chiesa cattolica non sono stati dogmatici bensì pastorali, culturali e istituzionali. Sono spesso stati definiti come vere e proprie “rivoluzioni", per il loro impatto innovativo.
Ha promosso una chiesa "inclusiva" e mai "esclusiva", disposta ad accogliere tutti, anche chi ha sbagliato, perché _"tutti meritano di avere una seconda possibilità in questo mondo e nella casa del Padre"._
Con il suo linguaggio semplice e diretto e con la sua mentalità estremamente aperta al mondo contemporaneo, si è distinto sin dal suo primo viaggio apostolico, quando ha pronunciato, in riferimento agli omosessuali, la frase: "Chi sono io per giudicare?"
Ed è stata proprio così la chiesa di Francesco: una chiesa lontana dal giudizio, disposta al dialogo, al miglioramento, aperta al futuro e al cambiamento positivo.
_"Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?"_
Una frase che fece scandalo all'interno delle ristrette mentalità clericali, ma che è diventata emblema di un nuovo stile pastorale, non giudicante, ma accogliente, rispettoso e inclusivo. E negli anni questa linea non si è mai arrestata. Ha incontrato genitori di ragazzi appartenenti alla comunità LGBTQ+ cercando di aiutarli a comprendere l'unicità dei propri ragazzi, aiutandoli a ragionare e ad accettare le proprie creature, incoraggiandoli ad amare i propri figli. Alcuni vescovi, seguendo il suo spirito, hanno aperto percorsi di accompagnamento pastorale per le persone omosessuali e per le famiglie.
Nel 2020, nel documentario "Francesco" andato in onda in televisione, ha dichiarato:
_"Gli omosessuali hanno diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio. Non si può cacciare qualcuno da una famiglia né rendergli la vita impossibile per questo. Ciò che dobbiamo fare è una legge sulle unioni civili.”_
Affermazioni forti ed estremamente rivoluzionarie. Spesso, infatti, è stato vittima di feroci critiche provenienti da partiti politici estremamente conservatori e filo-religiosi, i quali si vedevano lesi di quelle idee, eccessivamente stantie, radicate nella mentalità religiosa. Ma Francesco ha proseguito sulla sua strada e, per la prima volta nella storia della chiesa, si è espresso pubblicamente a favore di una tutela legale per le coppie omosessuali. Ha anche aperto la chiesa per le benedizioni delle coppie omosessuali. Probabilmente non è riuscito ad aprire alla possibilità dei matrimoni, poiché bloccato da cardinali e vescovi retrivi e grandemente regressisti.
Molto importante nella predicazione di Papa Francesco è stato anche il ruolo della donna. Ne ha sempre sottolineato l’importanza nella vita della Chiesa e della società. Ha criticato la mentalità maschilista, anche all'interno della chiesa e si è sempre espresso in maniera forte contro la violenza sulle donne.
In un Angelus del 2020 ha pronunciato queste parole: _"La donna è colei che fa bello il mondo, che lo custodisce, che lo fa andare avanti"._
Sotto il suo pontificato, moltissime donne sono state nominate a ricoprire ruoli istituzionali, solitamente, ad appannaggio esclusivamente maschile. Inoltre, ha istituito una Commissione di studio sul diaconato femminile. Una vera e propria rivoluzione per quanto concerne il ruolo femminile all'interno delle mura ecclesiastiche.
Francesco è stato questo e molto altro. Celebre è anche la sua enciclica Laudato si’ (2015), sulla cura dell'ambiente, uno dei documenti più influenti sul cambiamento climatico.
Si è espresso estremamente favorevole all'accoglienza dei migranti e contrario ad ogni tipo di politica respingente.
Un papa aperto al dialogo sulla tecnologia. Recentemente si era espresso anche in tema di intelligenza artificiale.
Un papa che, fino allo stremo del suo vivere, ha invocato la pace, una pace probabilmente utopistica, di cui il mondo, però, ha tanto bisogno.
Tutti ricorderemo un'immagine di papa Francesco, quando nel 2020, con una pandemia disastrosa che aveva sconvolto l'umanità intera, da solo, barcollante a causa dei suoi acciacchi, percorreva il sentiero di Piazza San Pietro, in totale solitudine. Quell'immagine, così commovente, straziante, trafiggente, ha braccato il cuore di tutti: credenti, fedeli, atei, agnostici. Tutti conserviamo con magnifica emozione quell'immagine.
Di Papa Francesco conserveremo tantissimi insegnamenti, ma il più importante proviene dalla sua esortazione: "Amoris Laetitia" (2016), in cui ci dice che ogni persona, indipendentemente da tutto, va rispettata nella sua dignità, per la sua bellezza e per la sua "unicità".