Papa Francesco aveva detto no. Alla proposta di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il santuario mariano più antico dell’Occidente, aveva opposto un rifiuto. Troppa grandezza, forse. Troppa solennità. Ma una settimana dopo, qualcosa cambiò.

Lo ha raccontato il cardinale Roland Makrickas, coadiutore della basilica vaticana, che ha seguito da vicino tutte le fasi della sepoltura: «Chiamò il commissario straordinario e gli disse: La Madonna mi ha detto, preparati la tomba. Sono molto felice che la Madonna non mi ha dimenticato». Un gesto semplice, quasi domestico, come lo stile che Francesco ha voluto mantenere fino all'ultimo respiro.

Il legame tra Papa Bergoglio e la Salus Populi Romani non è mai stato un segreto. Anzi, è stato uno dei simboli più evidenti del suo pontificato. La sera stessa della sua elezione, il 13 marzo 2013, il neoeletto pontefice chiese di essere portato davanti all'icona miracolosa custodita nella basilica. E da allora, ogni viaggio apostolico iniziava e si concludeva sempre lì: un breve momento di raccoglimento, silenzioso e profondo, davanti all'immagine della Madre.

La decisione finale di essere sepolto proprio nella Basilica di Santa Maria Maggiore trova conferma anche nel testamento spirituale che Papa Francesco aveva redatto il 29 giugno 2022: «Chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore», scriveva.

Il luogo scelto per la sepoltura è discreto: una semplice tomba scavata nella terra, senza particolari ornamenti, con una sola iscrizione: "Franciscus". È stata realizzata nella navata laterale, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, non lontano dall'altare di San Francesco, altra figura che ha segnato profondamente il cammino spirituale di Bergoglio.

Secondo il racconto del cardinale Makrickas, il cambio di idea sarebbe avvenuto in seguito a un’intuizione che Francesco stesso attribuiva a una comunicazione interiore con la Vergine Maria. «La Madonna mi ha detto, preparati la tomba», avrebbe confidato a chi gli stava vicino. Parole che rivelano un rapporto diretto, intimo, profondamente radicato nella fede popolare latinoamericana che aveva sempre ispirato il Pontefice.

Il cardinale Santos Abril y Castelló, che della basilica fu arciprete, ha ricordato più volte come Bergoglio, anche prima del pontificato, durante i suoi soggiorni romani, sentisse il bisogno di passare da Santa Maria Maggiore. Una tradizione personale che è diventata, col tempo, parte integrante della sua missione di Vescovo di Roma.

Fino agli ultimi giorni della sua vita, nonostante la malattia e la fatica, Papa Francesco ha mantenuto il desiderio di visitare la Salus Populi Romani. Anche durante i ricoveri al Policlinico Gemelli, parlava spesso di "fare un salto dalla Madonna" appena possibile. Un bisogno, più che un proposito.

Ora, il cerchio si è chiuso. Papa Francesco riposa nella basilica che aveva eletto a sua seconda casa spirituale. Un gesto coerente con tutto il suo pontificato, incentrato non sulla grandezza esteriore, ma sulla fiducia semplice e radicale nella misericordia divina. Un uomo che si affidava alla Madre, anche per il suo ultimo viaggio.

Nel cuore di Roma, a pochi passi dalla piazza piena di turisti e pellegrini, una lapide semplice, con inciso solo "Franciscus", continua a raccontare una storia fatta di umiltà, fede e tenerezza.