Una nuova affascinante scoperta sta riscrivendo la storia della vita marina nel Mediterraneo. Resti fossili di una foca primordiale, risalenti a circa sette milioni di anni fa, sono stati rinvenuti e sono ora oggetto di uno studio approfondito. Questo reperto, custodito presso il Civico Museo del mare di Tropea, suggerisce che le acque del Mediterraneo miocenico, oltre ad ospitare giganti come il megalodonte e le balene, erano anche popolate da creature più piccole ma altrettanto affascinanti.

Il dente fossile, ritrovato nel bacino miocenico del promontorio del Poror da un appassionato del Gruppo Paleontologico Tropeano, Paolo Cutuli, rappresenta una testimonianza inestimabile dell'evoluzione delle foche e dell'ecosistema marino del passato.

Ciò che rende ancora più unica la storia legata al dente è che esso è composto da due frammenti, trovati in periodi diversi e in due siti distanti decine di metri l'uno dall'altro. Il ricongiungimento dei frammenti è stato possibile grazie all'intuizione di Cutuli. Durante i lavori di allestimento delle collezioni del museo, Cutuli ha riunito le parti, che erano conservate in contenitori diversi come frammenti di specie non identificate.

Paolo Cutuli

Scoperto alcuni anni fa durante una campagna di scavi del Gruppo Paleontologico Tropeano, il dente fossile è oggi al centro di un'importante collaborazione scientifica. Il Civico Museo del mare di Tropea, sotto la guida del professor Giuseppe Carone e del professor Francesco Barritta, ha riunito un team di esperti di fama internazionale per studiare a fondo questo reperto unico. Grazie al contributo del professor Giovanni Bianucci dell'Università di Pisa e dei colleghi calabresi, il professor Edoardo Perri e il dottor Pierluigi Santagati, si sta delineando un quadro sempre più chiaro dell'ecosistema marino del Mediterraneo miocenico.

Questa scoperta rappresenta una pietra miliare per la paleontologia. Il dente fossile, attribuito a una foca appartenente alla sottofamiglia Monachine, presenta caratteristiche uniche mai osservate prima in questa linea evolutiva. «Abbiamo riferito il fossile esaminato a una foca appartenente alla sottofamiglia Monachine – spiega il professore Carone - che mostra una combinazione di caratteri ancora inediti per questa sottofamiglia».

«Il dente rinvenuto da Cutuli - conclude infatti Carone - rappresenta la prima indiscussa testimonianza di un pinnipede miocenico dall'Italia meridionale benché il Mediterraneo fosse allora un'area importante per la diversificazione di questo ceppo e per la loro storia evolutiva, ma a causa della loro estrema rarità nella documentazione fossile, permangono ancora notevoli le difficoltà a dipanare l’esatta ricostruzione della linea filetica di questa specie».

Entusiasta il direttore del museo: «L’eccezionale reperto – spiega il professore Barritta - è attualmente conservato nel Civico Museo del Mare di Tropea e presto potrà essere esposto al pubblico nelle nuove sale che apriremo in autunno, grazie al finanziamento concesso dalla Regione Calabria al Comune di Tropea su nostra istanza. Presenteremo i risultati della ricerca in un convegno che speriamo di poter organizzare entro fine anno nella nuova biblioteca del museo, anch’essa realizzata grazie al contributo regionale».

Il museo riaprirà infatti al pubblico con delle interessanti novità, e 
grazie alla collaborazione della Polizia Urbana, guidata dal Comandante Domenico Papalia, il Comune di Tropea arricchirà la segnaletica orizzontale cittadina con le indicazioni turistiche utili a raggiungere il museo.