Da una parte Agnana, un micropaese dell’interno prosciugato dallo spopolamento e che lotta, come ogni anno, per tenere aperta almeno la scuola primaria. Dall’altra, pochi chilometri più a nord, Camini, un altro paesino appollaiato sulle colline della Locride, che di bambini, grazie ai progetti di accoglienza attivi da più di dieci anni, ne ha talmente tanti che vorrebbe attivare il tempo pieno (e non può) e potrebbe permettersi di riaprire anche le scuole medie, se solo ci fosse una struttura adatta ad accogliere gli studenti.

Nella Locride dei paesini con meno di mille abitanti, l’apertura ufficiale delle iscrizioni per i bimbi che dovranno iniziare il loro percorso scolastico dal prossimo settembre, mette a nudo autentici paradossi e evidenzia i problemi di sempre: carenza di servizi e spopolamento su tutti.

Il caso Agnana: «Iscrivete qui i vostri figli»

Poco meno di 450 abitanti e una percentuale di nuove nascite da prefisso telefonico, l’amministrazione della piccola Agnana lotta come ogni anno per convincere i pochi genitori residenti a iscrivere nella scuola primaria del paese i propri figli. Una lotta spesso impari in un centro che negli anni ha perso molti servizi essenziali, ma che tra alti e bassi, è comunque riuscita a garantire l’esistenza delle elementari adottando il sistema della multiclassi. Attualmente sono in sette i bambini che frequentano la primaria, tutti riuniti in un’unica classe che abbraccia l’intero percorso dalla prima alla quinta. E a settembre, dovrebbero essere due i nuovi piccoli studenti che siederanno sui banchi delle elementari. Numeri più che risicati e che potrebbero mettere a rischio l’esistenza stessa della scuola (anche se il fatto di trovarsi a più di 10 chilometri dal paese più vicino dovrebbe agire da scudo contro l’ipotesi chiusura). Numeri che hanno portato il primo cittadino Pino Cusato, a lanciare un appello rivolto anche alle famiglie dei paesini del circondario: «Vi invito a un gesto di grande valore per il nostro territorio – scrive il sindaco – sostenete l’istituzione scuola nella nostra comunità. Vi chiedo di considerare con attenzione la possibilità di iscrivere i vostri bambini nella scuola di Agnana. È un modo per dare forza e futuro al nostro paese, preservando un luogo educativo e formativo vicino a casa».

Un appello accorato che si scontra però con le esigenze dei genitori, che spesso trovano più conveniente portare i piccoli sulla costa, a Siderno (circa mezz’ora di tragitto su una provinciale da brividi) facendoli così continuare un percorso iniziato già nella scuola dell’infanzia. «Da anni la nostra scuola per l’infanzia è chiusa per mancanza di bambini. Nel 2024 ci sono state solo due nuove nascite – dice a LaC News24 il primo cittadino – ma sarebbe bello poterla riaprire. Anche perché molti genitori, a causa di questa mancanza, sono costretti a portare i loro bimbi a Siderno e poi sono gli stessi piccoli a volere continuare lì il percorso iniziato assieme ai loro compagni. Spero che l’appello porti i suoi frutti, la scuola rappresenta un presidio che non possiamo permetterci di perdere. Noi siamo disposti anche a riprenderci lo scuolabus per andare a prenderli a casa. Attualmente lo abbiamo dato in concessione al comune di Gerace perché non eravamo più in grado di sostenerne le spese».

Il paradosso Camini: i bimbi ci sono ma non si può attivare il tempo pieno

E se ad Agnana il rischio di chiudere uno dei pochi servizi ai cittadini rimasto ancora in piedi è concreto, pochi chilometri più a nord le cose hanno preso decisamente un'altra piega. Meno di 800 abitanti tra Caminesi e migranti inclusi nei tanti progetti di accoglienza attivati in paese (più una cinquantina di persone che dai progetti sono ormai usciti ma che a Camini hanno deciso di rimanere), nel piccolo centro appollaiato sulle colline della Locride i bambini non mancano per niente, anzi: due le sezioni aperte nella scuola dell’infanzia presente in paese (per un totale di circa 30 piccoli studenti) e un percorso nella primaria che prevede una multi classe solo per i bimbi del quarto e del quinto anno.

«Per la verità vorremmo potere effettuare anche il tempo pieno – racconta a LaC News24 il sindaco di Camini Giuseppe Alfarano – ed eravamo anche riusciti ad ottenere un buon finanziamento per costruire, accanto alla scuola, una piccola mensa che ci avrebbe consentito di tenere aperti i corsi anche nel primo pomeriggio. Ma di traverso si è messa l’autorità di bacino con le nuove disposizioni dettate dal rischio idraulico. Noi, dopo l’alluvione del 2000, abbiamo investito tanto per sanare il dissesto ma loro hanno ignorato tutti i nostri sforzi e ora, con questi nuovi vincoli, non possiamo andare avanti. Quasi certamente perderemo il finanziamento. E, temo, anche l’ipotesi del tempo pieno: nessuna azienda è disposta ad arrampicarsi fino a Camini per garantire pochi pasti. I bambini non mancano, è il resto che non funziona. Noi avremmo i numeri anche per riaprire le scuole medie, chiuse oramai da quaranta anni, ma non abbiamo più una struttura adeguata. Quella vecchia ora ospita la biblioteca, il centro anziani e un ambulatorio medico».