Il vicepresidente della Fondazione commenta l’esito del ricorso: «L’opera può solo essere riconsegnata. Per farlo, il sindaco deve rimangiarsi atti che lui stesso aveva adottato, dando sfoggio della sua arroganza»
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«Caruso esulta, ma si dovrebbe solo vergognare». Lo afferma Giacomo Mancini, vice presidente della fondazione intitolata al nonno omonimo, in un video girato accanto alla statua dell'ex sindaco di Cosenza in cui commenta l'esito del ricorso ex art 700 del Codice di procedura civile avverso lo sfratto della statua disposto dal Comune di Cosenza. «Infatti l'ordinanza, sul ricorso cautelare, che è quello che precede il giudizio vero e proprio sul merito - aggiunge Mancini - conferma quello che abbiamo sostenuto fin da quando abbiamo ricevuto la prima pec di sfratto. Il giudice dice che la statua, senza il consenso della Fondazione, non si può spostare. Nemmeno di un millimetro. E che non c'è un motivo valido per sfrattarla. Non lo è il regolamento del Mab e non lo è la collocazione di altre opere. Caruso si era nascosto dietro queste giustificazioni, ma il giudice ha detto che non hanno alcun valore. E ha aggiunto che Caruso potrebbe solo riconsegnare la statua».
«Ovviamente a spese dei cosentini. Non certo sue. Per farlo, però, Caruso si deve rimangiare gli atti che lui stesso aveva adottato. E tutto questo solo per dare sfoggio di quanta arroganza mette nella gestione del potere. Per bastonare chi lo critica e per fare un dispetto. Con lo sfratto della statua di Giacomo Mancini offende la memoria del leader socialista. Con l'obiettivo di estirpare il ricordo del 'Leone' che in tanti custodiamo nel nostro cuore. Ma ha già fallito. E ha oltraggiato la storia di Cosenza. Ha calpestato il sentimento diffuso dei cosentini. Ha offeso questo simbolo amato da tanti e riconosciuto da tutti. Questa è una violenza. Un'infamia. E una pagina squallida».
«Per parte nostra - dice ancora Giacomo Mancini - continuiamo la battaglia a difesa del 'Leone'. Della storia socialista. Della storia di questa città. Aspettiamo la sentenza di merito in tribunale. E lottiamo insieme ai nostri concittadini. Da oggi, se possibile, con ancora più determinazione. Cosenza vive un decadimento preoccupante. Chi dovrebbe lavorare per trovare soluzioni occupa il proprio tempo ad accanirsi contro questa statua. Con cattiveria. Con disprezzo. Con livore. Il 'Leone' non lo merita. Cosenza non lo merita. Cosenza merita molto di più. E molto di meglio».