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Nel ricordo di tutte le vittime innocenti della ‘ndrangheta. A San Pietro in Guarano l’associazione culturale Più di Cento – tana per la legalità, ha riproposto l’annuale esercizio della memoria, ispirato alla giornata organizzata da Libera nel primo giorno di primavera, quest’anno in programma a Locri.
Nutrita la presenza al cinema Don Bosco: «Uomini e donne uniti dal ricordo del sacrificio, della generosità, dell'impegno, del dolore – ha detto Salvatore Magarò, promotore dell’iniziativa - Onorando la memoria di chi ha compiuto l’estremo sacrificio nella lotta contro la criminalità organizzata, proiettiamo la speranza, la gioia di vivere, la fede, la volontà di costruire un mondo migliore e più vivibile. Abbiamo un grande debito verso queste persone, da ripagare continuando la loro opera, compiendo il nostro dovere, rispettando le leggi. Dove regnano povertà, emarginazione, disoccupazione e disagio è facile che la malapianta della ‘ndrangheta attecchisca e si sviluppi. Il ricordo ci aiuta a lavorare ogni giorno per estirparla».
La Giornata della Memoria e dell’Impegno organizzata dall’Associazione Culturale Più di Cento – Tana per la legalità giunta alla sesta edizione, si è aperta con la lettura delle vittime innocenti di ‘ndrangheta scandite dalla voce del consigliere comunale di Castiglione Cosentino Alessia Primavera.
Dopo i saluti del sindaco di San Pietro in Guarano Francesco Cozza e dello stesso Salvatore Magarò, sono intervenuti gli ospiti della manifestazione: il procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini, il vescovo di Cassano allo Jonio monsignor Francesco Savino, Simona Dalla Chiesa, figlia dell’indimenticato Prefetto di Palermo, Francesca Prestia, cantastorie ed autrice de “La Ballata di Lea” dedicata a Lea Garofalo.
«Ritengo necessario attivare processi di cambiamento culturale e mentale, che devono incidere nella mentalità e negli stili di vita – ha detto monsignor Savino – E’ l’ora della responsabilità, della cittadinanza attiva, del risveglio delle coscienze. Basta con le coscienze addormentate o dopate e drogate da tutta una serie di condizionamenti – ha aggiunto - Ribellarsi è giusto, ma non individualmente: la battaglia della legalità si vince tutti insieme».
Simona Dalla Chiesa non ha mai smesso la sua attività di sensibilizzazione ai temi del contrasto alla criminalità: «Per me è motivo di commozione ricordare il viso sorridente di mio padre ed una sua frase che, secondo me, all’epoca della sua presenza a Palermo, non era stata compresa a sufficienza: la lotta alla mafia non si fa una città per volta, ma in modo globale” disse a Giorgio Bocca nella sua ultima intervista. La storia, anche dopo decenni, gli ha dato ragione».
Salvatore Bruno