Dalle campagne di esplorazione al recupero di reperti. L'antico centro e il suo castello risultano sepolti da terra e erbacce ma l'amministrazione comunale lavora per riportarli alla luce
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Le attività di esplorazione a Briatico vecchio ripartono. Non solo. Oggetto di interesse saranno anche altre località site nelle frazioni dove sono emerse, nel corso della passata campagna, tracce di una necropoli in agro Potenzoni e San Costantino. Spazio verrà dato inoltre agli antichi casolari, testimonianze della storia popolare. Su queste direttive verrà impostata la ricerca condotta nell’ambito del progetto che vede in campo Unical, Università di Siena, Università della Basilicata, Soprintendenza archeologica, Comune di Briatico. Un ruolo di primo piano, inoltre, verrà ricoperto dai proprietari dei terreni all’interno dei quali sono stati segnalati resti di interesse storico-archeologico.
Briatico vecchio e i resti dell’antico castello
Il sito di Briatico Vecchio, la sua messa in sicurezza, la valorizzazione dell’area e l’esposizione dei reperti lì rinvenuti rappresentano il fulcro del programma che l’amministrazione, in sinergia con ricercatori e consulenti storici, cerca di portare avanti. Proprio nelle scorse ore il Comune ha avviato lavori per il ripristino di un tratto di strada che porta ai resti dell’antico centro: «Un programma -rende noto la compagine guidata dal sindaco Lidio Vallone – che interesserà la parte conclusiva della strada e che garantirà un arrivo in sicurezza, evitando sentieri impervi e molto pericolosi».
L’antico centro venne distrutto dal terremoto del 1783 e in seguito abbandonato. Tuttavia, si evince in una relazione stilata dal Comune (progettisti Giuseppe Francese, Antonio Bulzomì e consulente storico Luigi Lombardi Satriani) «conserva le sue rovine sottoterra» così come l’impianto urbanistico di una cittadina medioevale posta in posizione strategica, arretrata rispetto alla costa e fortificata, con castello-cittadella facilmente difendibile dalle continue e improvvise incursioni operate sulla costa calabra dai Saraceni fino a tutto il XVIII secolo».
Il terremoto del 1783 e la nascita della nuova Briatico
L’antica città di Briatico si estendeva su un piccolo altopiano circondato da due corsi d’acqua. Risultava completamente isolata e raggiungibile dall’entroterra dal piano San Rocco mediante una strada posta su un costone e da un viottolo stretto e ripido adagiato in pendio.
Il disastroso sisma del 1783 lasciò i superstiti privi di punti di riferimento: alcuni si sparsero nei paesi vicini mentre altri, circa mille, iniziarono a edificare una nuova città, a poche miglia di distanza sulla costa in località Cocca, ritenuta più idonea. Il contesto che lasciarono, riferiscono gli storici era drammatico: «La città era ridotta ad un cumolo di macerie che l’incuria degli uomini e del tempo ha ricoperto di sterpaglie, erbacce e perfino di alberi per cui si è trasformata in pascolo per animali». Questo, tuttavia, ha prodotto inaspettatamente un risvolto positivo: «ha fatto sì che l’impianto urbanistico-architettonico della vecchia città con le sue strade, le sue piazze, le chiese e conventi (ne aveva sette), palazzi pubblici, le case dei ceti meno abbienti, le botteghe commerciali e artigianali nonché i canali per la raccolta e lo smaltimento dell’acqua piovana si conservassero sotto una coltre di terra e sterpaglie che ha pietosamente protetto tutto per tramandarlo così com’era nel tardo Settecento».
Il Settecento in Calabria e il ruolo di Briatico Vecchio
Briatico Vecchio pertanto è una «testimonianza unica della cultura non solo urbanistica e architettonica del ‘700 in Calabria. Infatti – si evidenzia nella relazione- attraverso i reperti che giacciono sotto le macerie delle case, quali suppellettili e oggetti di uso comune, sotto i pavimenti delle Chiese dove assieme agli scheletri si possono rinvenire indumenti, paramenti sacri, gioielli, armi e monete che accompagnavano l’inumazione dei cadaveri -si può risalire ai costumi, alle tradizioni al modo di vivere e quindi di pensare delle genti calabresi dell’epoca».
Il recupero di Briatico vecchio
Secondo i progettisti «portando alla luce e valorizzando questi ruderi e reperti si compie non solo una operazione storico-culturale di grande respiro ma anche una robusta azione di supporto al turismo. In particolare un turismo integrato che alterni ed accorpi al piacere del mare, il godimento che può dare un visitatore ai monumenti del passato per arricchire la conoscenza». Nel borgo dissepolto, reso accessibile attraverso interventi sulle strade e nell’area, «si potrebbero organizzare sagre storiche ma anche spettacoli che evochino il passato».
Gli interventi per rendere fruibile Briatico Vecchio
Oltre alla creazione di una strada pedonale, per poter rendere visitabile Briatico vecchio, servirà procedere alla ricostruzione delle strade interne, piazze spiazzo antistante il castello. Particolare attenzione viene riservata al Castello «del quale è già leggibile la pianta con la cinta muraria, la disposizione della corte interna di molti ambienti». La caratterista del maniero, che risale al Medioevo, «è il rivestimento con pietra bugnata (tipo di lavorazione) a punta di diamante di una torre angolare mentre nella cornicetta marcapiano inferiore si riconoscono caratteristiche dell’epoca aragonese. Una volta ripulito e consolidato, alcuni ambienti potrebbero essere restaurati e adoperati come museo di reperti trovati nel sito, uffici turistici, negozi». Non solo. In una vicina area, inoltre, sarà necessario predisporre servizi essenziali come parcheggi, servizi igienici, bar ristoro, spazi attrezzati per il pranzo all’aperto «per permettere ai visitatori di trascorrere piacevolmente una giornata di visita alle rovine». Tutto questo, tuttavia, richiederà uno sforzo economico di non poco conto, possibile attraverso cospicui finanziamenti.