Fondi impegnati per cinema e audiovisivo con causali spesso oscure come “liq imp”. Non mancano le polemiche sulla trasparenza ma la Regione le liquida: «Non siamo obbligati a pubblicare il contenuto integrale: è tutto sulla banca dati dell’Anac, cercate lì»
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
La risposta alla sollecitazione di Ernesto Alecci suona decisa quanto burocratica: «Nessun obbligo di legge è stato ed è violato dalla Fondazione Calabria Film Commission in materia di pubblicità e trasparenza». Il consigliere regionale del Pd aveva qualche dubbio (e non sappiamo se quel dubbio gli sia rimasto) sulla trasparenza della Fondazione che ha un bilancio di circa 7 milioni di euro all’anno ed è chiamata a «promuovere il territorio calabrese – l’estratto appartiene alla risposta all’interrogazione di Alecci – nell’ambito dello strategico comparto cinematografico e dell’audiovisivo».
I dubbi, per la verità, non appartengono soltanto al consigliere dem: anche il Movimento Cinque Stelle ha chiesto «maggiore chiarezza» davanti alla mole di attività della Fondazione. Qualche numero: le determinazioni prodotte nel 2023 sono 601, quelle presenti sul sito e riferite al 2024 (si parla di un terzo semestre dell’anno ma è evidentemente un refuso) sono 438. Lo schema non cambia neanche per gli anni precedenti: nel 2022 gli atti prodotti sono 475, nel 2021 sono 243.
Più di 1.700 atti in quattro anni, tutti con la stessa caratteristica: compare soltanto il titolo.
Sarà anche tutto trasparente ma andiamo a vedere cosa offre a un viaggiatore virtuale il sito dell’ente che sforna determine in quantità industriale per sostenere le produzioni calabresi.
Calabria Film commission: i titoli delle determine sono un capolavoro di sintesi
Possiamo, cioè, sapere che tra le spese della Film Commission c’è, per un certo numero di volte, la voce “Liquidazione comunicazioni e relazioni esterne – Calabria Straordinaria”: si sa per cosa si è speso ma non è chiaro chi sia il beneficiario della delibera né quale sia la cifra.
Calabria Straordinaria, il brand pensato dalla Regione per (ri)lanciare la propria immagine in Italia e nel Mondo occupa diverse caselle nel riepilogo descrittivo che presente online.
È una delle misure sulle quali la Calabria punta con più decisione: nell’elenco della super produzione della Film Commission compaiono molte spese generiche per consulenze e poi gli impegni per portare il marchio in giro per l’Italia e non solo: Bit di Milano e Berlino innanzitutto ma anche voci come “impegno e liquidazione” per i Festival di Cannes e di Venezia oltre che il cinquantesimo anniversario dei Bronzi.
Stessa sorte per ogni tipo di liquidazione: servizi, spese generali, comunicazione e relazioni esterne, interventi per gli Studios di Lamezia Terme. Alcune voci sono un capolavoro di sintesi: “liq imp”, “imp liq mid”, “imp Fondo Coesione”, “liq Fondi Funt”. O ancora “imp di spesa progetto Creatività Talentuosa”.
Per i festival sostenuti nel 2023 (che compaiono nel bilancio del 2024) si vedono soltanto i nomi delle associazioni che li hanno organizzati: Scenari Visibili, Meridiano 16, La Guarimba, Mediano, Rambaldi Production, Cineteche della Calabria e così via. Quali siano i termini di quei finanziamenti, invece, resta un dato non esplicito.
La risposta alle polemiche sulla trasparenza: «È tutto sul sito dell’Anac, cercate lì»
Il direttore generale del dipartimento Turismo, Marketing territoriale, Trasporto pubblico locale e Mobilità sostenibile, nella risposta alle sollecitazioni di Alecci, ha spiegato che «le informazioni relative ai fornitori di beni e servizi sono pubblicate sulla Banca dati Nazionale dell’Anac (istituto che opera controlli e rilievi in materia di pubblicità e trasparenza), facilmente consultabile da chiunque ne abbia interesse».
Sul sito dell’ente che quei fornitori li paga, però, ci si limita al titolo della determina e al link che rimanda alla banca dati Anac. Una scelta che il management della Regione rivendica: «Nessun obbligo di pubblicazione vige in riferimento al contenuto integrale degli atti di gestione interna (determinazioni) che, comunque, vengono pubblicati sotto forma di elenco». Insomma, accontentatevi della lista e se proprio ne avete voglia rivolgetevi alla banca dati dell’Anac. Il capitolo dei consulenti è, invece, più ricco e dettagliato. Lo rimarca anche il dg: ci sono «dati identificativi, oggetto dell’incarico, compensi, curriculum vitae, eccetera». Il materiale non manca e ce ne occuperemo nel prossimo servizio.