C'era anche la Cgil calabrese a manifestare nella capitale. Il segretario nazionale Landini: «Onu intervenga per soluzione a due Stati». Slogan e cartelloni anche per la pace in Ucraina
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Tra i 2500 e i 3000 manifestanti provenienti da tutta Italia si sono dati appuntamento oggi a Roma, a Piazza della Repubblica, per partecipare al corteo in favore della pace. Numerosissime le associazioni e i sindacati nazionali che hanno deciso di raccogliersi sotto un’unica coalizione chiamata Assisipacegiustizia. Da Rete Italiana Pace e Disarmo, a Cgil, Acli, Anpi, Arci, Altromercato, Archivio Disarmo, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, AssoPacePalestina a molte altre. Il coro è stato unanime: “Cessate il fuoco immediato e diritto a manifestare”.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha dichiarato di essere in piazza per «chiedere il cessate il fuoco, fermare questo massacro verso gli inermi palestinesi e per chiedere di liberare tutti gli ostaggi» sottolineando che c’è la necessità di un intervento dell’Onu affinché si possa arrivare alla soluzione di «due popoli due Stati, riconoscere il diritto del popolo palestinese e del popolo israeliano». E questo può avvenire solo con la pace. Non sono poi mancate le polemiche e le frecciatine al Governo Meloni per «difendere il diritto a manifestare. Perché quello che è avvenuto nel nostro Paese non deve più avvenire».
Erano previsti più di 5mila manifestanti, ma il tempo non è stato del tutto favorevole. La partenza da piazza della Repubblica era prevista per le 13 ma e stata rinviata oltre le 14. Nessuno dei politici ha attaccato il cappello sulla manifestazione, volutamente “associazionista”. Ai numerosi italiani, si sono aggiunte molte famiglie arabe e palestinesi che in inglese e in lingua araba hanno espresso il loro sentire. Riita, sposata con un pugliese, in arabo ci dice di essere venuta a Roma per chiedere un cessate il fuoco immediato, lo stop al genocidio operato da quelli che lei definisce «nazisti israeliani» e poi certa di essere capita aggiunge: «Sono qui per chiedere al Governo italiano di sostenere la Palestina e la formazione di uno Stato palestinese. Di non sostenere Israele», senza trattenere la delusione, il dolore e la rabbia che la muovono nel parlare.
L’Associazione “La Comune” cerca di mantenersi neutrale con uno slogan che dice “Siamo ebrei e palestinesi, siamo russi e ucraini, l’umanità non ha confini”, sottolineano come siano presenti per urlare “No al genocidio a Gaza, No agli stupri operati da Hamas sulle vittime israeliane”, ma ci tengono a sottolineare di essere pro Gaza e non con Israele, così come spiegano di essere a Roma per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina, dove la guerra sembra spingerci verso periodi ancora più bui.
La Cgil Calabria era in piazza con 5 pullman provenienti da Reggio Calabria, fieri di aver portato il Sud nella capitale per unire la loro voce a quella degli oltre 2500 manifestanti venuti da tutta Italia. «Siamo qui per chiedere di porre fine al genocidio che sta avvenendo in Medio Oriente. Noi siamo per due popoli e due Stati. Vogliamo la pace e la chiediamo sia per Medio Oriente che per l’Ucraina. Siamo per il cessate il fuoco, ma oggi siamo anche qui per rivendicare la democrazia e la libertà a manifestare». Manifestazioni che, a detta dei molti in piazza, sembrano essere diventate un problema.