A Castrolibero la presentazione del libro di Raffaele Della Valle e Francesco Kostner sul caso Tortora accende il dibattito sull'operato dei magistrati quarant'anni dopo quella drammatica vicenda
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Sul volto di Raffaele Della Valle traspare ancora ben visibile la commozione, mentre con fatica ripercorre alcune delle fasi più drammatiche della vicenda giudiziaria di Enzo Tortora, raccontata con il giornalista Francesco Kostner nel libro Quando l’Italia perse la faccia, edito da Pellegrini, in cui l’avvocato penalista, che difese il popolare conduttore televisivo, denuncia le clamorose falle dell’inchiesta allora condotta contro Tortora, accusato di essere affiliato alla nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, condannato in primo grado a dieci anni di carcere nonostante l’assoluta carenza di elementi di prova e poi completamente prosciolto dopo un lungo e doloroso calvario che lo condusse ad una morte prematura a soli 59 anni. Un orrore giudiziario.
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Un libro della speranza
Scritto nel quarantesimo anniversario dell’arresto del presentatore di Portobello, datato 17 giugno 1983, «non è un libro dell’odio o della vendetta – ha precisato Della Valle - ma della speranza affinché la magistratura non dimentichi quali possano essere le conseguenze di un uso distorto del potere giudiziario, soprattutto se esercitato da qualche Maradona del diritto impegnato nella ricerca di una condanna a tutti i costi e non della verità». La presentazione del volume ha tenuto a battesimo a Castrolibero, la seconda edizione di Impressioni di Settembre, l’evento letterario promosso dall’amministrazione comunale, finanziato dalla Regione con i fondi per lo sviluppo e coesione, e realizzato in partnership con ViaCondotti21, e con il gruppo Diemmecom – LaC Network. Ed ha offerto l’occasione per un approfondito dibattito sullo stato di salute del sistema giustizia.
Parterre di prestigio
L’appuntamento, moderato da Antonlivio Perfetti ed introdotto dal sindaco di Castrolibero Orlandino Greco e dall’assessore alla cultura Nicoletta Perrotti, oltre alla partecipazione degli autori ha registrato l’intervento del magistrato Eugenio Facciolla, giudice del lavoro di Potenza già procuratore capo di Castrovillari con precedenti esperienze in Calabria a Palmi, Paola ed a Catanzaro sia nella distrettuale che alla Procura Generale, e quella di Salvo Andò, parlamentare socialista, Ministro della Difesa all’inizio degli anni novanta nel Governo di Giuliano Amato e presidente dell'Osservatorio Internazionale sui diritti umani nei paesi del Mediterraneo.
Proprio Andò ha messo in guardia sul pericolo del distacco tra la giustizia ed i diritti dell’individuo e sui motivi che portano i cittadini a percepire la giustizia come un rischio «per la insufficiente formazione professionale di chi la esercita – ha detto – e per la imprevedibilità dell’esito dei procedimenti. Oggi altre vicende analoghe a quelle di Tortora potrebbero ripetersi senza che gli altri poteri dello Stato abbiano la capacità di reagire adeguatamente. Nel Paese non esistono antidoti mentre si assiste quotidianamente ad un espansionismo giudiziario derivante dall’arretramento della politica. Occorre una limpida cultura della giurisdizione – ha poi incalzato - e quando assistiamo a degli strappi si deve avere il coraggio della denuncia. Garantismo non equivale a difendere il delitto, ma significa difendere i diritti. Il ruolo dei magistrati è soprattutto un servizio sociale, e se le loro funzioni non vengono compiute con la necessaria etica l’intero sistema è destinato ad andare alla deriva».
Malagiustizia peggio della malasanità
Di malagiustizia più dannosa della malasanità ha parlato Eugenio Facciolla puntando l’indice sull’abuso dell’applicazione delle misure cautelari nella fase preliminare delle indagini: «È il sintomo di un ritorno al processo inquisitorio – ha affermato – perché l’arresto è diventato fondamentale per accendere le luci dei riflettori, soprattutto quando viene coinvolto qualche personaggio di interesse pubblico. In questo modo si distoglie l’attenzione rispetto all’esito conclusivo del percorso, rappresentato dalla sentenza. Proprio attraverso le sentenze, invece, soprattutto quelle in contrasto con i provvedimenti cautelari assunti a monte del processo, si deve misurare la qualità del magistrato».
Poi l’affondo: «Quando un Gip ordina l’arresto di un certo numero di persone e poi queste persone vengono prima scarcerate, magari dal Riesame, e poi assolte con sentenze definitive, a quel Gip dovrebbe essere impedito di avanzare di carriera. Esiste un sistema di valutazione analitica della professionalità dei magistrati proprio per evitare carrierismo automatico ed autoreferenzialità, ma essendo sotto il controllo dei magistrati stessi, il più delle volte i pareri non sono espressi sulla base di dati oggettivi. Prevalgono altre logiche».
Castrolibero centro nevralgico della cultura
Ospitata in Largo degli Aquiloni, l’iniziativa ha catturato l’attenzione di un nutrito pubblico «segnale dell’interesse sviluppato tra i cittadini da questa rassegna che sarà scandita nel complesso da otto importanti eventi organizzati con l’obiettivo di rendere Castrolibero centro nevralgico della cultura dell’area urbana cosentina – ha sottolineato Orlandino Greco – Giustizia, sociologia, mezzogiorno alcune delle tematiche messe in campo per arricchire la nostra offerta ed alimentare il confronto ed il dibattito. Anche così l’amministrazione promuove quel senso di comunità di cui andiamo orgogliosi. Anche la scelta della location non è casuale perché in questo processo vogliamo coinvolgere gli abitanti di ogni contrada, dal centro storico, alle frazioni a questa piazza che è il cuore della parte nuova della città».
«Impressioni di Settembre è anche un modo per mantenere un legame tra il calendario proposto dall’amministrazione ad inizio estate e questo percorso che accompagnerà i cittadini verso l’autunno – ha aggiunto l’assessore alla cultura Nicoletta Perrotti – C’è una scelta precisa di non limitarsi all’intrattenimento ludico, che pure con Chi è di Scena, è sempre molto atteso e partecipato dall’intera provincia. Il segmento letterario per noi è fondamentale ed è tra gli elementi portanti del nostro agire politico».
I prossimi appuntamenti
Il cartellone proseguirà il 15 settembre con la presentazione del libro La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia del sostituto procuratore Annamaria Frustaci. Il magistrato converserà con Paola Bottero direttore strategico di viaCondotti21, Gruppo Pubbliemme - Diemmecom. Il 16 settembre poi, protagonisti dell'appuntamento saranno Antonio Padellaro, giornalista e scrittore, assieme ad Alessandro Russo direttore editoriale LaC Network mentre il 17 settembre, il maestro orafo Gerardo Sacco si racconterà ancora a Paola Bottero, mostrando pure alcuni pezzi pregiati della sua collezione di gioielli.