«L’intenzione è quella di riprendere gradualmente la normalità, ma sempre con prudenza». Commenta così il ritorno dei riti della Settimana santa, stabilito con il suo ultimo decreto, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Attilio Nostro, ospite quest’oggi di “Dopo la notizia” su LaC Tv. La notizia della ripresa di processioni, riti pasquali e affruntate è stata accolta in un clima festoso dai fedeli. Un ritorno alla normalità, alla vita così com’era prima del Covid, ma anche un ritorno alle tradizioni che da generazioni scandiscono la vita delle comunità locali.

«Si percepiva molto l’attesa tra i fedeli – ha spiegato monsignor Nostro, ospite del vicedirettore di LaC News24 Enrico De Girolamo -. Già prima del documento con le indicazioni della Cei, ho incontrato le 64 confraternite diocesane: è stata un’assemblea festosa, colorata, con tanta voglia di fare. Abbiamo condiviso degli obiettivi, vogliamo che le confraternite siano parte attiva e propositiva della nostra diocesi».

Sul rischio che due anni di pandemia e di lontananza da riti e processioni possano aver allontanato i credenti e averne “raffreddato” la fede, monsignor Nostro ha ammesso che «il Covid ci ha frenati fisicamente e psicologicamente, ha frenato le relazioni e l’entusiasmo, ma come ha fatto in tutti i campi della nostra vita».

Le manifestazioni religiose, soprattutto nel Sud Italia, in passato sono state anche occasione per le organizzazioni mafiose di ostentare il proprio potere sul territorio. Basti pensare agli inchini delle statue di Madonne o Santi davanti alle case dei boss di turno – scene che oggi è comunque più raro vedere. «Faremo più attenzione possibile affinché ciò non avvenga – ha detto monsignor Nostro -. Lo abbiamo ribadito con forza con sacerdoti e anche con le stesse confraternite. E ci sarà poi pure il grande contributo di prefettura, procura e forze dell’ordine, che ci aiuteranno a mantenere le processioni “trasparenti”».