«L’esercizio ha rappresentato un anno di ripresa delle attività per effetto della revoca dello stato di liquidazione della società e della nomina degli organi sociali. Ciò ha determinato un significativo incremento dei costi correlati alla realizzazione dell’opera che risultano, per la quasi totalità, capitalizzati. I risultati di esercizio 2023 risentono della svalutazione dei cespiti per 85,3 milioni di euro operata in base alle risultanze della perizia richiesta dal Mef». Fuori dai formalismi della relazione che accompagna il bilancio 2023 della Stretto di Messina spa: il Ponte è già in rosso per oltre 80 milioni di euro. Più precisamente, «il risultato economico al 31 dicembre 2023 evidenzia una perdita d’esercizio pari a 82 milioni 597mila euro».

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Il buco nel primo bilancio chiuso (lo scorso 30 aprile) dalla società tornata in vita per realizzare la mega opera era ampiamente previsto: è dovuto in buona parte alla svalutazione degli asset della vecchia compagine sociale in liquidazione: cespiti vari, che si sono svalutati, e contratti con i privati da aggiornare assieme al progetto. Se ne va così una parte consistente dei 370 milioni di euro di ricapitalizzazione messi a bilancio dal ministero dell’Economia: circa il 25% servirà a coprire i costi messi in conto prima del 2001 che non sono più funzionali alla realizzazione dell’opera.

Ripartire costa, e la relazione firmata dall’amministratore delegato della Stretto di Messina Pietro Ciucci lo sottolinea. «I costi maggiormente aumentati - si legge nel documento - riguardano il personale distaccato in forza presso Anac, Rfi e Quadrilatero (una settantina di risorse, ndr)». Ci sono poi «i servizi informativi» e, ovviamente, «gli emolumenti spettanti all’organo amministrativo deliberati dall’assemblea del 6 giugno 2023 che ha revocato lo stato di liquidazione e nominato il Cda composto da 5 membri per la durata in carica di 3 esercizi». Qualche cifra: il personale costa circa 2,5 milioni di euro all’anno, cifra necessaria per coprire i distacchi; il consiglio d’amministrazione 240mila euro anche se il costo complessivo per gli «amministratori» è stato di 412mila euro. Di altre consulenze - come quella di “capo” della comunicazione affidata all’ex parlamentare Giuseppe Vatinno per 120mila euro l’anno - LaC News24 vi ha già raccontato nei giorni scorsi.

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Il bilancio chiarisce chi si occuperà dei servizi di monitoraggio ambientale, territoriale e sociale dell’opera: la Edison Next Environmente srl, società nata a seguito di una cessione del precedente monitore ambientale (un’Ati guidata da Fenice Qualità per l’Ambiente) che si era aggiudicata il servizio per 29 milioni di euro nel 2006. Risolta anche la pratica per il broker assicurativo: sarà la Marsh spa (vincitrice della gara nel 2006), con la quale è stato siglato un atto negoziale prodromico per il quale non vengono indicate cifre. Qualche numero anche sugli espropri, per i quali la procedura informativa si è conclusa nei giorni scorsi negli sportelli di Villa San Giovanni e Messina: «Le ditte interessate dalla procedure espropriative, asservitive e di occupazione temporanea per aree di cantiere ammontano a 2.798, per oltre 3,5 milioni di metri quadri».

Nella relazione firmata da Ciucci anche i dati emersi dagli studi sul traffico: «Per quanto riguarda il traffico stradale, al 2032 è previsto un volume di traffico pari a 3,7 milioni di veicoli totali all’anno; relativamente al traffico ferroviario i volumi attesi al 2032 sono pari a 444mila carri ferroviari totali all’anno».