Stiamo parlando dell’ultimo esempio di archeologia industriale: il Molino a cilindri Belsito di San Giovanni in Fiore, ancora oggi funzionante. La prima pietra, anzi il primo mattone, è stato posto da Vito Belsito nel 1917. Ci sono voluti tre anni per ultimare i lavori, interamente in muratura a mattoni, provenienti dalla fornace della Stragola, gestita dalla stessa famiglia Belsito. Nel frattempo nel 1918 è morto il fondatore. Così i sei figli decisero di proseguire e completare i lavori.

Ne parliamo con Michele Belsito, che ancora oggi si occupa direttamente di questo straordinario mulino. Con tutto il suo carico di storia e di tradizione
«Il mulino ha funzionato dalla fine del 1920 al 2007, quando si decise la chiusura sia a causa della crisi che attanagliava il settore, sia per il limite di età (74 anni) del proprietario Salvatore Belsito, nipote del fondatore»

Il mulino è stato importante per l’economia della Sila, per la grande produzione di una industria molitoria a chilometro zero, per la lavorazione dei cereali prodotti in loco
«È così. Del resto i tradizionali mulini a pietra non riuscivano a soddisfare la domanda, in base alla richieste della popolazione. Così il nuovo e moderno mulino a cilindri portò un grande sostegno alle imprese e creò tanti posti di lavoro. Un notevole sollievo in un’area che soffriva terribilmente»

Con Giuseppe Belsito cerchiamo di capire il valore odierno dello storico mulino
«Si tratta di un importante valore storico perché fu il primo mulino elettrico della Calabria, ed ultimo, o penultimo, del genere in Europa, perfettamente conservato, come anche i macchinari e lo stabile. Tanto che dopo la revisione, è ancora funzionante.  Il Mulino è stato perfino un punto di allarme durante la seconda guerra mondiale, dove era istallata una sirena che avrebbe funzionato in caso di bombardamento, comandata a distanza dal comando della milizia poco distante.  Ma sono tanti gli episodi storici che si potrebbero raccontare».

La famiglia Belsito sta facendo numerosi sforzi economici per mantenere intatto questo sito storico
«È vero, tanti sforzi, ma stiamo anche cercando di farlo acquisire da qualche ente pubblico, perché vista l’unicità, potrebbero farne un museo stabile, in primis per far capire cos’è e come funziona un mulino, e poi per tramandare alle nuove generazioni l’arte della tecnologia meccanica molitoria Italiana. Ma si potrebbe farne un’attrattiva turistica di grande valore».

Sarebbe importante che le istituzioni pubbliche si interessassero all’acquisto
«Le Istituzioni locali e regionali sembravano tutte interessate, al di là di ogni colore politico, ma a tutt’oggi, non è stato fatto niente, solo promesse. Ma comunque restiamo fiduciose in alcune persone, che ultimamente si stanno interessando».

Potrebbe essere un Fondo Fai
«In questo momento fa parte dei “luoghi del cuore-Fai”. Infatti dal censimento del 2022, su oltre 38.000 siti storici, il molino Belsito si è classificato 20° a livello nazionale e 1° in Calabria con 11132 voti. Ma il FAI essendo privato non contribuisce alla gestione, ma solo a livello pubblicitario tramite il loro portale web. Ma è un paradosso, perché il mulino non è  visitabile senza una messa a norma, che ha un enorme costo. Per cui la pubblicità serve a poco».

Chiuso da tanti anni. Con un indubbio valore storico. Se le istituzioni non intervengono potrebbe essere venduto a privati
«La famiglia sta facendo enormi sforzi economici per mantenere intatto questo sito storico, ma non sappiamo fino a quando riusciamo a farcela, visto che dopo 107 anni dalla fondazione, avrebbe bisogno di un bel restyling abbastanza urgente, che la famiglia non si può permettere. Quindi se non si interviene al più presto da parte di qualche Ente pubblico, saremmo costretti a vendere il sito a speculatori edili, magari per farne un condominio, oppure l’altra alternativa è che l’impianto e i macchinari potrebbero essere traslocati in Cina per farne un museo con una riproduzione dell’attuale. Sarebbe davvero una beffa. Per questo chiediamo alle istituzioni di farsi sentire, anche al più presto, per salvare lo storico mulino e per farlo diventare un grande attrattore turistico».