«Con un Papa così dire no alle mafie è possibile!». Si conclude così il lungo post con cui Luigi Bonaventura, collaboratore di giustizia ed ex uomo di ‘ndrangheta, ha commentato l’incontro in vaticano con il pontefice.

«Papa Francesco – si legge nel post di Facebook - ci ha accolti in Vaticano. Un atto simbolico, rivoluzionario. Dopo aver scritto la prefazione del libro di Don Benito Giorgetta “Passiamo all'altra riva”, siamo andati da lui. Tutti insieme come una grande famiglia. Un gesto, quello del Santo Padre, coraggioso».

«Luigi Bonaventura – scrive la giornalista Valentina Vergani Gavoni - non è solo un peccatore che ha rimediato al suo errore. È un ex bambino soldato nato e cresciuto in una famiglia 'ndranghetista. Si è ribellato alla 'ndrangheta grazie a sua moglie, per amore dei suoi figli. Le stesse persone che non hanno avuto il permesso di accompagnarmi dal Papa».

«Dall'altra parte significa - conclude la Vergani Gavoni - attraversare il confine della battaglia e passare da un fronte all'altro. Non parliamo di etica e morale. Parliamo di fatti concreti e reali. Un mafioso che non si ribella alla mafia può anche diventare "buono", ma resta sempre un mafioso. I ribelli invece, fanno la rivoluzione».

«Incontrare il Papa - scrive Luigi Bonaventura - parlare con lui soprattutto per un cristiano è una grandissima emozione, ma in ogni caso dovrebbe esserlo anche per un ateo visto che il Papa è un grande maestro di vita. Basta un po’ di tempo per ascoltarlo con attenzione. Gli ho anche consegnato la maglietta della nostra associazione (sostenitori dei collaboratori e testimoni di giustizia). Grandiosa l'attenzione che ha prestato».

«Ringrazio Papa Francesco - conclude Bonaventura - Ringrazio don Benito Giorgetta e tutti i componenti dell'associazione con i quali abbiamo passato due giorni bellissimi. Ringrazio anche di cuore coloro che non sono potuti venire. Ringrazio la mia carissima collega di battaglia Valentina Vergani Gavoni. Ringrazio con tanto amore mia Moglie, i miei figli, mia suocera, mio suocero che non c'è più e i miei cognati. Con un Papa così dire no alle mafie è possibile!».