L'ultimo bilancio aggiornato delle vittime del naufragio di Cutro ma anche gli elementi che affiorano nell'istruttoria giudiziaria avviata dalla procura di Crotone, restituiscono l'esatta, tragica dimensione della strage di migranti cui abbiamo assistito al largo della costa jonica calabrese. Ma l'eco internazionale del drammatico evento non scoraggia nuovi viaggi della speranza a bordo di carrette del mare, con il rischio di colare a picco da un momento all'altro, ostaggi delle variazioni climatiche e del moto ondoso del Mediterraneo.

A Cutro la sconfitta dell'umanità

Dal vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, con delega per il Sud, monsignor Francesco Savino, il monito alla classe politica affinché governi il fenomeno, intrecciando le proprie azioni senza mai di vista i valori cristiani della solidarietà. Il presule, che guida in Calabria la Diocesi di Cassano allo Jonio, chiede l'attivazione di validi «processi di accoglienza – dice al nostro network - dei nostri fratelli immigrati. Sulla migrazione si gioca sia la democrazia, sia la civiltà, sia la nostra maturità umana. A Cutro è stata sconfitta la civiltà, è stata sconfitta l'umanità, è stata sconfitta la democrazia. Sui fenomeni migratori – chiosa citando il Santo Padre Giovanni Paolo II - è in gioco la civiltà dell'amore».

L'augurio ai calabresi

Savino, poi, rivolge ai calabresi i suoi più fervidi auguri di buona Pasqua, ricordando come la parola, «nella sua espressione semantica ed etimologica, deriva dall'aramaico Pesach che significa oltrepassare, andare oltre. A tutta la Calabria, bellissima ma molto sfigurata per tante ragioni, auguro che vi sia questo passaggio, questo esodo, da ogni forma di illegalità e corruzione, da ogni forma di negazione dei diritti ad una vita più partecipata, più corresponsabile, più democratica».