Il geologo è stato ospite del programma di approfondimento di LaC. In collegamento da Stalettì il sindaco Gentile e l’architetto dell’Anas Curcio hanno tracciato un quadro dei danni delle ultime 24 ore
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Una regione in continua emergenza. Basta una forte pioggia per mettere in ginocchio intere aree della Calabria portando in superficie le mille crepe di un territorio fragile. A farne maggiormente le spese, questa volta, è stata l’area ionica in particolare del Catanzarese e del Reggino, che si è ritrovata preda di allagamenti e disagi dopo il maltempo di ieri.
Dentro la notizia ha puntato oggi i riflettori su quanto accaduto nelle ultime ore con una puntata speciale (rivedi qui). Ospite in studio con Pier Paolo Cambareri il geologo Carlo Tansi mentre in diretta da Copanello di Stalettì l’inviato Nico De Luca ha raccolto le voci di Domenico Curcio, capo area Anas, e del sindaco di Stalettì Mario Gentile.
Danni e disagi a Copanello
Forte dal punto di vista turistico, debole da quello idrogeologico: questo il ritratto di Copanello alla luce dei disagi causati dalla pioggia di ieri. La pioggia di un mese caduta nel giro di circa tre ore, come sottolineato da Curcio, che ha turbato la tranquillità della domenica. Sulla Statale 106 si è riversato «un mare di fango, terra e acqua – ha spiegato l’architetto dell’Anas – e una parte del corpo stradale ha ceduto». Attualmente sono in corso i lavori per ripristinare la viabilità, poi, ha assicurato Curcio, si passerà alla disamina delle cause.
Il primo cittadino Gentile ha parlato di «piogge eccezionali che hanno colpito particolarmente le frazioni di Stalettì». Tanti i danni: «Ora bisogna ricostruire e tentare di evitare che accada di nuovo».
Prevenzione, la grande assente
Da studio, sollecitato da Cambareri, Tansi ha spiegato che ieri «sono caduti 130 millimetri di pioggia nel Reggino e 120 nel Catanzarese nell’arco delle 24 ore, ma il problema è che la pioggia è stata concentrata soprattutto in due ore e il terreno non ha avuto il tempo di assorbire l’acqua».
Il terreno non ce la fa e di qui i fenomeni come smottamenti e frane, che il geologo ha paragonato a «neoplasie»: «Se non si interviene subito, man mano che si verificano eventi piovosi, diventano sempre più difficili da gestire».
Il punto è uno e uno soltanto, spesso evocato soprattutto alla luce dei disastri creati dal maltempo, ma raramente messo in atto: la prevenzione. «Purtroppo in Calabria una prevenzione seria non si fa da cinquant’anni sui corsi d’acqua – ha evidenziato Tansi –. Vengono ripuliti ogni tanto dalla vegetazione, ma gli alvei sono pieni di detriti, gli argini vecchi e così l’acqua esce. Bisogna intervenire in modo sistematico nelle zone a più alto rischio».
Viabilità nel caos
A Stalettì, intanto, ci sono popolazioni isolate, come denuncia il sindaco. Perché il maltempo è andato ad aggravare i già esistenti disagi di una 106 che attende speranzosa un ammodernamento: «Naturalmente riuscire ad avere una strada nuova a doppia carreggiata per noi è fondamentale».
Stalettì come tante altre zone della provincia di Catanzaro – e non solo – dove da ieri la viabilità ha qualche difficoltà in più a causa del terreno che cedendo ha invaso le corsie e che in queste ore si sta provvedendo a rimuovere. Nel primo pomeriggio nella Prefettura della città capoluogo di regione si farà il punto della situazione nel corso di un vertice con istituzioni ed esperti.
Un ciclone autorigenerante
Vortice ciclonico afromediterraneo, si chiama così il fenomeno meteorologico all’origine di quanto avvenuto: uno scontro tra masse di aria calda e fredda. «Da sud arriva aria calda dall’Africa – chiarisce Tansi – mentre da nord giungono masse fredde dai Balcani. Quando c’è questa condizione l’aria calda tende a risalire perché più leggera, la fredda va verso il basso e in questo modo si creano vortici depressionari che sono i cosiddetti cicloni, che si formano sempre più spesso nel Mediterraneo». In questo caso si è parlato di un ciclone autorigenerante: «Quando persistono per molto tempo nella stessa area cadono quantitativi di acqua notevoli che generano situazioni come questa. Ad aggravare tutto ieri è stato anche un altro aspetto, il mare agitato perché le onde creano un effetto tappo e i fiumi non riescono a scaricare come dovrebbero».
La mano dell’uomo
Ma le responsabilità, ormai lo sappiamo, non si possono ascrivere solo ai capricci della natura che non fa che smascherare il disordine creato dalla mano dell’uomo. «Ho visto le immagini di quanto accaduto ieri in alcune zone della Calabria – ha raccontato Tansi –. In molti casi sono state realizzate abitazioni in modo non congruo o abusivo, spesso le costruzioni hanno ristretto gli alvei dei fiumi. I corsi d’acqua hanno una memoria: hanno impiegato centinaia di anni a realizzarsi un alveo, ora si riprendono quello che gli appartiene».
Altro aspetto importante, ha aggiunto, sono le responsabilità dei privati: «Spesso sulle strade arriva acqua non regimata perché i proprietari non fanno la dovuta manutenzione ai loro terreni».
Maledetta burocrazia
Infine, la mai sopita critica alla burocrazia, il "male" denunciato in diretta dall'avvocato Gian Paolo Stanizzi - intervenuto in trasmissione per segnalare il fermo di oltre 15 milioni di euro stanziati dal Governo Meloni per un precedente evento idrogeologico (era il 2022, e sempre nella stessa area interessata ai disastri di ieri) - e rilanciato da Tansi, su assist del sindaco Gentile: «Ci siamo subito attivati per avere dei finanziamenti, il problema è la burocrazia».
«La burocrazia maledetta – ha rincarato la dose il geologo –. Molto spesso accade che vengano progettate opere di risanamento e consolidamento, poi si aspettano anni che arrivino i finanziamenti e nel frattempo il progetto non è più valido perché la frana è diventata più grande».