L’Italia è il paese della buona cucina. Che può vantare una tradizione culinaria millenaria. Ogni regione offre prodotti tipici di straordinario valore, ognuno dei quali parla di storia, cultura, riti religiosi e rituali antichissimi.
La Calabria non è da meno. Può vantare decine di prodotti e piatti tipici che con il tempo sono divenuti vere e proprie eccellenze appezzate in tutto il paese, ma anche nel resto d’Europa e anche negli Stati Uniti, dove vivono e lavorano milioni di emigrati italiani, e fra loro tantissimi calabresi.
In Calabria la tradizione pesa tanto in cucina. Ma nello stesso tempo c’è una forte spinta all’innovazione ad opera dei giovani chef, alcuni stellati, tanti altri premiati.
È grazie a tutto ciò che ogni giorno si registra un rientro dai luoghi di emigrazione, soprattutto dal Nord Italia. Sono giovani che si organizzano per lavorare in Calabria, mai dimenticata terra d’origine.

Salvatore Bonasso è un giovane silano che faceva il capo cantiere in terra lombarda. Il lavoro non mancava, la sua formazione tecnica lo portava da un cantiere all’altro. Ma la Calabria era sempre lì, ad un angolo, ad aspettarlo. Una tentazione irresistibile, bisognava solo attendere il momento giusto. Che arriva quando il papà di Salvatore decide di lasciare. Tanti anni nella sua rivendita di tabacchi gli erano bastati. Salvatore rientra nell’amata San Giovanni in Fiore e decide di rivoluzionare tutto. Studia, si prepara, si aggiorna e… ecco ‘BarBò’, un piccolo e suggestivo bar, aperto alle innovazioni nel settore, pronto a presentare qualcosa di diverso ai clienti. Salvatore sperimenta e inventa, fino ad ottenere 65 gusti per la farcitura dei cornetti.

Un record di bontà e di qualità, subito gradito per le prime colazioni nel suo bar, che per quanto piccolo è accogliente, e poi si caratterizza per la simpatia e la cordialità del ‘capocantiere’: «Oggi ho capito che questo nuovo lavoro mi piace molto di più del precedente. Anche perché sono tornato alle mie radici, al mio paese, tra la mia gente. Noi calabresi non possiamo vivere fuori dalla Calabria, e se siamo costretti ad andare via per poter lavorare, la Calabria la portiamo sempre nel cuore. Sempre».

Quattro tavolini, un piccolo spazio all’aperto, e BarBò sembra più grande e più bello dell’Antico Caffè Greco di via Condotti in Roma. Sarà un’esagerazione, d’accordo, ma sentite l’ultima novità tirata fuori da Salvatore esattamente una settimana fa. Nel corso della cena di presentazione dell’Accademia della Pitta ‘mpigliata, nella sede dell’Istituto Alberghiero locale, ha presentato il 66º gusto dei suoi cornetti: proprio quello della Pitta ‘mpigliata. È nato così il… cornetto ‘mpigliato.
Il ripieno è fatto con noci, uva passa, un filo di miele, spezie e sapori che si trovano esattamente nello storico dolce di Natale. Una novità accolta benissimo dai tanti partecipanti alla cena dell’Istituto Alberghiero.

Salvatore sa che deve essere e sembrare diverso se vuole ritagliarsi un suo spazio. Per cui le novità che presenta sono tante. Tra le particolarità ci sono poi le farine macinate a pietra di Verna, Segale e Senatore Cappelli.

Intanto nel suo BarBò sono stati messi subito in produzione e a disposizione dei clienti i cornetti ‘mpigliati. E l’accoglienza è stata particolarmente positiva.
Per Salvatore il tempo dei cantieri di Milano è finito. È cominciato quello che per Gioacchino da Fiore era l'inizio della terza ed ultima età del mondo, l'età dello Spirito Santo. Ma noi ci accontentiamo, ben più banalmente, dell’età della pitta e del cornetto ‘mpigliato.