Il sondaggio lanciato il 7 gennaio scorso dal LaC News24 lo ha incoronato personaggio calabrese del 2024. Alla guida dell’Università della Calabria, il rettore Nicola Leone ha appena chiuso un anno ricco di soddisfazioni, non solo a livello personale o dell’ateneo, ma per l’intera regione. E questo gli è stato riconosciuto dai tanti che lo hanno votato come la persona che più ha lasciato traccia di sé e del suo operato negli scorsi 12 mesi.

Il direttore di LaC News24 Franco Laratta lo ha incontrato nel suo studio per commentare quello che ha definito «un risultato incredibile». (Qui l’intervista completa)

Numeri alti e un esito più che lusinghiero per Nicola Leone, come evidenzia il direttore Laratta: «In oltre 15mila hanno votato, ci sono state 25mila visualizzazioni, il rettore immediatamente è partito in quarta con un risultato clamoroso perché ha superato il 31% con voti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero».

Una vittoria dell’Unical

Un «consenso straordinario», rimarca Laratta, che sorprende alla luce di una visibilità mai ostentata: niente social, poca tv. Eppure sbaraglia tutti e porta a casa il primato.

Ma è un primato che Nicola Leone non vuole tenere tutto per sé. Il merito, dice, è dell’Unical. «Questo risultato mi ha sorpreso moltissimo, io penso sia da ascrivere all’Università della Calabria che viene sempre più percepita come un’università di qualità e vicina al territorio. Dico sempre che quella che è considerata la terza missione è la prima per università che operano in contesti svantaggiati».

Una terza missione su cui il l’ateneo di Rende ha lavorato molto negli ultimi anni. Diversi gli esempi che il rettore snocciola: «Al tempo del Covid i nostri laboratori di chimica e farmacia producevano il disinfettante da distribuire alle strutture, siamo molto vicini alle scuole, proviamo a dare un sostegno anche alle imprese, a sostenere spin off e start up con incubatori anche nel centro storico. Negli ultimi anni abbiamo lanciato il progetto dell’Unical per la sanità. Io penso che l’unione tra il buon momento dell’Università della Calabria che viene riconosciuta come università di qualità e il fatto che i calabresi la vedano vicina abbia prodotto questo risultato sorprendente».

Acquisti eccellenti

«È un’università straordinaria – ribatte il direttore di LaC –, simbolo della migliore Calabria». E il 2024 è stato un anno «incredibile», in cui Leone ha messo a segno «una serie di colpi». Grandi nomi, il contributo alla sanità calabrese. Ma tutto questo non è arrivato per caso.

«I risultati sono sempre frutto di un lavoro intenso», dice il rettore. E spiega: «Abbiamo utilizzato molto la programmazione strategica, individuato degli obiettivi, effettuato un’analisi rigorosa progettando le azioni da mettere in campo. Mettendo insieme questi ingredienti il nostro progetto è risultato credibile e i risultati sono venuti».

Da qui la creazione di «un circolo virtuoso». Prima l’arrivo del luminare dell’informatica Georg Gottlob che «ha destato clamore e interesse internazionale». A catena, una serie di acquisti eccellenti. «Io spero che possa andare sempre meglio», si augura Leone.

Il contributo alla sanità calabrese

E poi la sfida della sanità. Una sfida «difficile e ambiziosa», dice il rettore, ma decisiva: «Può essere una risposta al dramma che si vive in Calabria», sottolinea da parte sua Laratta.

«È qui più che altrove che l’Unical esplica la sua terza missione – dice Leone –. Durante il periodo del Covid ho avuto modo di toccare con mano la debolezza del nostro sistema sanitario e mi sono detto: devo provare a fare qualcosa. La comunità accademica è stata straordinaria, si è impegnata a fondo in questo progetto. È chiaro che si procede per piccoli passi, ma abbiamo già messo a disposizione attrezzature importanti. Una per tutte: il robot da Vinci che ora è all’ospedale Annunziata di Cosenza ed evita tante migrazioni».

Senza dimenticare, però, la necessità di un nuovo ospedale per il capoluogo bruzio: «Serve una struttura all’avanguardia, noi intanto stiamo facendo il nostro sforzo attraverso l’arrivo di professionisti altamente qualificati, come la professoressa Franca Melfi».

Anche questo un ottimo risultato perseguito con convinzione. «Quanto ha impiegato a convincerla?», chiede Laratta. «Tanto – risponde Leone –. Per alcuni mesi ci siamo sentiti quasi ogni giorno». Melfi come altri. «Io penso che l’arrivo di tanti professionisti sia un’iniezione di energia ma anche di fiducia nella nostra azienda ospedaliera – afferma il rettore –. Anche la professoressa Melfi mi ha confermato di aver trovato tanti medici altamente qualificati. Ritengo che coniugando esperienza in altre realtà, cultura scientifica e migliore organizzazione, passo dopo passo, i progressi si possono fare».

È anche in questo che l’Unical sarà chiamata a giocare la sua partita. E un ruolo importante lo avranno le scuole di specializzazione. Quest’anno sono partite le prime cinque. «In tanti mi dicevano: sei matto, non hai nessun laureato e attivi le scuole di specializzazione? Abbiamo scommesso e abbiamo vinto. Quest’anno abbiamo già 31 specializzandi iscritti. Hanno percepito l’importanza del progetto».

Non nasconde la fierezza il rettore Leone. E la voglia di andare avanti sul percorso tracciato: «L’ambizione è che questa cultura medico-universitaria via via possa permeare la nostra sanità. Non saranno i singoli universitari a fare la differenza, ma la cultura che gradualmente potrà migliorare il sistema sanitario».

Un ateneo a tutto tondo

Ma se si parla tanto della facoltà di Medicina essendo l’ultima arrivata, l’Unical non è solo questo. Anzi. «Copre tutte le aree disciplinari – specifica Leone –. Ci sono tante eccellenze, competenze a 360 gradi e io sono orgoglioso di poterla guidare».

Il direttore Laratta tocca poi il nodo delle iscrizioni, che negli ultimi tempi hanno registrato una flessione ovunque. E territori come la Calabria pagano un prezzo maggiore: «Molto spesso i nostri ragazzi vanno fuori».

«Il problema è strutturale a livello nazionale – rimarca Leone –. Abbiamo una denatalità crescente e a ciò nelle regioni meridionali si aggiunge la migrazione. Proprio per questo il risultato dell’Unical è straordinario: siamo cresciuti di più del 20% in quanto a immatricolazioni».

Un ruolo importante, dice, lo ha giocato «la profonda riforma della didattica che abbiamo attuato». Una riforma studiata e portata avanti secondo criteri precisi. «Abbiamo analizzato in maniera scientifica e rigorosa lo stato di tutti i nostri corsi di studio. Abbiamo rilevato che ce n’erano alcuni che non erano più richiesti, avevano pochissimi iscritti. Abbiamo avuto il coraggio di chiuderli e questo ci ha consentito di liberare risorse per l’attivazione di nuovo corsi di studio moderni e attrattivi. Dall’altra parte abbiamo ammodernato tutti i corsi. Oggi l’Unical ha un’offerta formativa con tanti corsi innovativi e rispondenti alla richiesta del mondo del lavoro».

Altro tassello importante: la qualità dei servizi. Con due bei risultati arrivati nell’ultimo anno. Il primo è quello certificato da Almalaurea: in Italia l’Università della Calabria è quella in cui gli studenti sono i più soddisfatti. Il secondo lo attesta il Censis: l’Unical è al primo posto nel Paese tra i grandi atenei per qualità dei servizi offerti agli studenti.

Il campus: un modello vincente

A essere vincente, evidenzia il direttore Laratta, è anche il modello campus: «Uno dei pochi casi in cui un’istituzione dello Stato in Calabria ha realizzato un modello che non era nemmeno italiano e ha funzionato benissimo. Anche questo ha fatto crescere sempre più l’università...». 

E Leone conferma: «Certamente, realizzare un modello di campus all’americana è stata una scelta vincente. Il padre fondatore Beniamino Andreatta ebbe quest’intuizione che negli anni ha pagato. Io da parte mia sto provando a rendere il campus sempre più accogliente. Stiamo provando ad animarlo, a far sì che lo studente che viene qui possa vivere bene».

Il ricordo di Nuccio Ordine

«Da qui sono usciti scienziati e professori di fama – dice poi Laratta –. Tra loro Nuccio Ordine. Un’immagine veramente positiva per l’Unical».

«A lui ero legato personalmente – ricorda Leone – era mio compaesano di Diamante, le nostre case stavano a poca distanza l’una dall’altra. La sua perdita è stata un dolore enorme. È stato un letterato che ha dato grande visibilità alla nostra università a livello internazionale».

Progetti per il futuro

Infine, un occhio al futuro. «Lei ha realizzato tanto. Si fermerà qui?», chiede il direttore Laratta.

«Io mi definisco un ricercatore prestato alla governance – risponde Leone –. Sono innamorato della ricerca. Devo innanzitutto ringraziare la comunità accademica perché i risultati ottenuti sono frutto della sua grande coesione, si rema tutti nella stessa direzione. Io intanto sono concentrato sul presente, voglio portare avanti al meglio i progetti ancora in corso. Concluso il mandato spero di tornare in laboratorio con il mio bellissimo gruppo di ricerca. Come si sa mi occupo di intelligenza artificiale. Ho un piccolo sogno e una paura. La paura è che essendo l’intelligenza artificiale andata avanti moltissimo in questi ultimi 6 anni io mi trovi un po’ indietro, quindi spero di potermi prendere un anno sabbatico per studiare e recuperare. E poi mi piacerebbe aprire un laboratorio di intelligenza artificiale per la medicina».