«La validità del tampone molecolare a 48 ore era un accettabile compromesso scientifico; a 72 ore è un rischioso compromesso politico». Così il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, in merito all'estensione della validità del tampone molecolare a 72 ore ai fini del Green pass prevista nel decreto varato ieri dal Cdm.

«Il tampone è uno strumento diagnostico che serve a confermare (o meno) la positività a Sars-CoV-2 al momento della sua esecuzione. Già il fatto di considerarlo valido per 48 ore ai fini del rilascio del Green pass - spiega Cartabellotta - era certamente il risultato di un compromesso fra politica e scienza, ma un'ulteriore estensione temporale (valida per il solo test molecolare) è rischiosa per due ragioni». Da un lato, chiarisce, «il fatto di essere negativo al tampone in un determinato giorno non esclude che ci si possa positivizzare nei due (che ora diventerebbero 3) giorni successivi, e in possesso di Green pass il rischio di avere più contatti sociali con conseguente trasmissione del contagio aumenta; dall'altro, potrebbe scoraggiare ulteriormente le persone indecise nei confronti della vaccinazione». Resta il fatto, comunque, conclude Cartabellotta, «che il Green pass si può ottenere sia con l'esecuzione di un tampone rapido che di uno molecolare».