«I complici e i colpevoli sono gli imprenditori, amministratori e politici». Così Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, questa sera a Pescara al Fla, Festival di libri e Altrecose, per presentare il libro scritto con Antonio Nicaso "Complici e colpevoli: come il Nord ha aperto le porte alla Ndrangheta" (Mondadori).

La mafia al Nord

«Abbiamo sempre ascoltato raccontarci che le mafie sono al Nord per il soggiorno obbligato, ma questo significa scaricare la colpa sul legislatore. Dire che le mafie sono al Nord perché hanno usato violenza è una pezza- aggiunge Gratteri- è una giustificazione parziale. La mafia che segue i soldi non è poi molto attuale. Le mafie sono al Nord perché imprenditori senza scrupoli hanno abbracciato la 'Ndrangheta perché hanno pensato di guadagnare. Ancor prima del soggiorno obbligato le mafie erano al Nord».

A giudizio del procuratore: «la società ha aperto le porte alle mafie. Le varie Procure – ha continuato- hanno documentato come candidati nei Consigli comunali, regionali e parlamentari hanno chiesto appoggio di imprenditori collusi con la mafia».

Gratteri: «Nessun ministro pronuncia la parola mafia»

In un altro passaggio, Gratteri ha parlato del ruolo della politica nella lotta alle mafie: «Questo Governo ha ai vertici un mago della finanza, ma sul piano del contrasto alla criminalità non ho sentito da nessun ministro pronunciare la parola mafia. Hanno dimenticato, nella riforma della giustizia, di mettere reati ambientali, corruzione, concussione e tutti reati della Pa. Questo mi indigna, ma – ha chiosato- nessuno ha detto nulla. Non c'è una cosa che serve per contrastare inquinamento, la corruzione. Questo sta accadendo nel silenzio assordante di tutti tranne che del sottoscritto».