Il Tikkum Olam nell’ex campo di internamento a Ferramonti di Tarsia è dedicato in questa edizione all’artista Micheal Fingestein, un artista che colpì per la sua arte d’avanguardia e lasciò un ricordo concreto anche nei territori limitrofi della valle del Crati
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Nella giornata dedicata alla riparazione dei torti subiti, è stato analizzato il percorso di Michel Fingesten con un Ferramonti Day ricco di interesse. Una giornata di approfondimento, ma anche di cultura e di arte ha coinvolto quindi i presenti all’ex campo di internamento di Ferramonti di Tarsia. Ricordare la figura dell’incisore e pittore Michel Fingestein, in questo caso, ha rafforzato, concretamente i legami già forti tra le varie comunità.
Non è un caso come l’attivissima Teresina Ciliberti, direttrice del museo internazionale, ha richiamato a un maggior coinvolgimento le associazioni ma, soprattutto, ha spiegato come il Ferramonti day abbia una valenza da non sottovalutare: è un giorno per richiamare la dimensione ebraica per riparare agli errori, un momento di forte riflessione.
Proprio per questo, il sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, ha specificato come Ferramonti sia ancora oggi una base fondamentale per il presente e il futuro: «Resta lo studio intenso, il lavoro fatto con passione da tutte le componenti che, quotidianamente, danno il massimo per il campo, mostrando una grande sensibilità. Non è un caso come la medaglia al Valor Civile è un orgoglio immenso, da condividere proprio con i territori limitrofi. Le comunità di Tarsia, Santa Sofia d’Epiro e Bisignano erano un popolo dalla parte giusta della storia, la medaglia attesta il loro merito».
Sulla falsariga di Ameruso anche gli interventi dei colleghi sindaco. Daniele Atanasio Sisca, primo cittadino di Santa Sofia d’Epiro, ha ricordato come ancora nelle campagne del suo paese ci siano delle testimonianze concrete di quanto accadde in passato.
Il bisignanese Francesco Fucile, invece, ha ricordato l’opera di Fingesten (il martirio di san Bartolomeo) ospitata proprio nella città cratense, annunciando come i rapporti con Tarsia aumenteranno nel prossimo futuro in maniera sinergica.
Spazio poi per l’assessore alla Cultura, Roberto Cannizzaro, che ha plaudito tutte le iniziative in materia, spiegando come Ferramonti sia un marcatore identitario universale: «Ci sono tante storie nella storia – ha aggiunto – e ci sono persone che hanno fatto davvero tanto nel corso del tempo per Ferramonti. Tarsia è una terra di pace e solidarietà».
Infine, il generale Vincenzo Barbati ha relazionato con grande padronanza sull’arte di Fingestein con due sue opere esposte proprio nel corso della serata. La figura dell’artista resta sempre affascinante: «Ferramonti rinasce in ogni incontro del genere, ricordiamo Fingestein che era più incisore rispetto al ruolo da pittore. Fu internato nonostante avesse fatto un ex libris per Mussolini, arrivando poi qui a Tarsia e mostrando di essere un importante esponente avanguardista. Nell’esperienza in Calabria compensò la mancanza di libertà con una importante produzione artistica. La libertà era sviluppata col desiderio di memoria e comunicazione. Ha creato nel campo un suo spazio libero, un atelier: riuscì a offrire un’immagine migliore a tutti gli internati».