L’orgoglio del self-made man non gli è mai mancato. Le prime apparizioni giovanili, ora archivi storici, rimandano un sorridente Silvio in 4:3 che incideva nell'etere un’autonarrazione fascinosa fatta di piccoli passi, tanta fatica e una buona dose di talento e resistenza. Insomma il "sogno americano" ambientato a Spaghettopoli. «Punto primo: sono simpatico. Punto secondo: ho un po’ di grano. Punto terzo: la leggenda dice che ci so fare». 

Con un protagonista così, cinema e tv hanno fatto non poca fatica a superare Berlusconi, l’uomo del “nuovo miracolo italiano”, che s’era fatto i muscoli a furia di salire gli ultimi gradini della scala gerarchica, iniziata come intrattenitore sulle navi da crociera con Fabrizio De André e Paolo Villaggio. Silvio ha sempre preceduto di un passo anche la satira, che dietro di lui affannava appresso ai suoi cambi di look, alle bandane, le battute nei congressi internazionali, i suoi amori, cagnolini compresi.

«Mi consenta» da intercalare a marchio di fabbrica

«Mi consenta», pronunciato con quella esse sibilante e la vocale ben chiusa, calibrata nel tono ad arte, divenne frase trend topic quando neppure Twitter esisteva e neanche Tik Tok su cui piantò una piccola bandiera. Quell'intercalare lì, divenne il suo marchio di fabbrica, e nessuno mai poté più usarlo senza fare riferimento a lui, che in quanto a marketing lessicale ne sapeva una più del diavolo.

Controverso, ammaliatore, barzellettiere della domenica, amante del bel canto, delle vacanze di lusso, delle belle donne, Silvio ha attraversato la vita a passo di mocassino, morbidamente, anche quando intorno a lui gli schizzi di fango si sono fatti un oceano di pece. Forte di un potere che lo affiancava ai tycoon d'Oltreocano, a cui si sentiva affine, Berlusconi non poteva che ispirare cineasti e comici, intellettuali e autori che ne hanno fatto materia per film che lui stesso, come invitato al proprio funerale, ha potuto guardare e commentare, ignorare mai.

Il "Caimano" 

«Tutti, ho portato al governo, tutti». Nel 2006 Nanni Moretti girò “Il Caimano” vestendo egli stesso i panni di Berlusconi. Iconica la scena in cui il Cavalier-Moretti, appena condannato, scende le scale del tribunale lanciando strali contro i magistrati dittatori tra gli applausi del pubblico e i flash della stampa, mentre ai giudici vengono riservati fischi e fiamme.

"Loro"

Nel film c’è anche un cameo di Paolo Sorrentino che nel 2018 girò un biopic particolare, diviso in due parti, interamente incentrato sul Cavaliere: “Loro 1” e “Loro 2”. È Toni Servillo a incarnare un Berlusconi malinconico che in abito da camera vede scorrere la sua vita tra un matrimonio liso e i festini. L'opera divise la critica tra chi accusava il regista napoletano di essere stato troppo indulgente.

"Videocrazy"

In “Videocrazy”, di Erik Gandini, sulla graticola frigge la società dell'apparenza, degli show spazzatura di cui si ciba la creatura berlusconiana per eccellenza: la televisione del Biscione che ha forgiato un'opinione pubblica sedotta e ubriacata dall’apparenza, la sessualità, il divertissement popolare venduto come informazione o necessario progresso. 

"1994"

Nella trilogia dedicata a primi anni Novanta (1992-1993-1994, prodotti da Sky) , il regista calabrese Giuseppe Gagliardi racconta del Cavaliere negli anni in cui la tempesta di Mani Pulite frantumò la Prima Repubblica favorendo l’ascesa da un predellino di “Forza Italia”, altro slogan prima che nome di partito, che ipotecò anche un grido da stadio.  

 

 

Da Maresco ai Guzzanti

Da Maresco che nel 2014 presentò a Venezia “Belluscone – Una storia siciliana”, fino alle incursioni dei fratelli Guzzanti a “Silvio Forever” di Stella e Rizzo, la vita dell’uomo di Arcore è stata sezionata, studiata, da chi ha cercato di carpire il segreto dell’eterna giovinezza del protagonista di un Truman Show che oggi chiude in dissolvenza.