Il progetto era stato presentato nel 2011 da Oliverio e prevedeva di accorciare i tempi di percorrenza tra il capoluogo bruzio e Corigliano-Rossano. Il presidente della Provincia: «Un'esagerazione, non è possibile». Quasi terminato il primo lotto e avviati i lavori del secondo. Per il terzo mancano invece i finanziamenti (ASCOLTA L'AUDIO)
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Cosenza-Sibartide in 22 minuti è – e resterà – una chimera. Con buona pace di chi aveva davvero creduto nell’«opera storica» promessa nel lontano 2011.
A mettere una pietra tombale sopra alle speranze – che, si sa, sono sempre le ultime a morire – di tanti pendolari tra il capoluogo bruzio e la città di Corigliano-Rossano ci pensa il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, erede suo malgrado dell’interminabile cantiere della Sp 197: «Una volta finiti i lavori la strada migliorerà sotto il profilo della sicurezza e saranno sicuramente ridotti i tempi di percorrenza, ma 22 minuti mi sembra un’esagerazione. Non so chi l’abbia detto, ma non è possibile».
A dirlo però era stato, sempre in quel famoso 2011, Mario Oliverio, predecessore di Iacucci e di Mario Occhiuto prima di lui alla presidenza della Provincia. E se lo aveva detto un calcolo, evidentemente, era stato fatto. Perché nel presentare il progetto della “nuova superstrada Cosenza-Sibari” i toni erano stati davvero trionfalistici. E giustamente, dato che una strada che collegasse i due centri in soli 22 minuti sarebbe stata veramente una rivoluzione. Il problema è che quel progetto non esiste più: dell’«opera storica» sono rimasti solo i tre lotti compresi tra lo svincolo di Tarsia dell’A2 e la frazione Cantinella di Corigliano. Tre lotti ancora in divenire e un «disegno più complessivo di sviluppo infrastrutturale» finito al macero assieme ai tanti fogli di calendario strappati via.
Ne abbiamo già scritto, ma lo ripetiamo e non per sterile accanimento, ma perché giova alla narrazione. «La Cosenza-Sibari è pensata nell’ambito del più vasto progetto di collegamento che prevede un altro intervento dalla zona Carrefour in Zumpano sino a Tarsia e quindi da Tarsia sino a Cantinella di Corigliano. Una via che si muoverà sulla destra del fiume Crati, che alleggerirà il traffico sull’autostrada e che permetterà di raggiungere la città jonica, da quella capoluogo, in 22 minuti». Era sempre Oliverio nel corso della conferenza stampa in Provincia, a pochissimi giorni dall’avvio del cantiere del primo lotto della Sp 197. Settembre 2011. Oggi, di quel «più vasto progetto» non c’è traccia.
«Ci prepariamo a finire il primo lotto e abbiamo avviato i lavori del secondo. Poi è previsto l’ultimo che parte dal bivio di Terranova da Sibari e arriva a Cantinella, ma per questo ancora non ci sono i finanziamenti», spiega il presidente Iacucci. Altro, conferma, al momento non c’è.
E allora dimentichiamocelo quel «più vasto progetto», dimentichiamo l’«opera storica» e versiamo le ultime lacrime sui 22 minuti di percorrenza, poi asciughiamoci il viso e guardiamo avanti. All’oggi e al futuro prossimo, quello che dovrebbe vedere completato l’intero tratto tra Tarsia e Cantinella. Ma partiamo dall’oggi.
Lo stato dell’arte
Il primo lotto, che comprende i primi otto chilometri tra lo svincolo di Tarsia e la diga, è stato avviato a settembre 2011. Il 20 aprile 2012 un comunicato stampa della Provincia rendeva conto del sopralluogo del presidente Oliverio sul cantiere con queste parole: «Sono già state eseguite alcune opere d’arte minori ed il completamento della deviazione del canale di irrigazione gestito dal consorzio di bonifica, mentre sono in fase di avanzato stato di realizzazione le paratìe di imbocco della galleria “Cozzo Castello” - lato Cosenza e quella di allargamento della sezione stradale dell’attuale tracciato. A buon punto sono anche le opere di fondazione del viadotto “Fornace”. Se i lavori continueranno con i ritmi attuali, l’opera sarà realizzata entro la fine del 2013».
Il 10 novembre 2014 il nuovo presidente della Provincia nonché sindaco di Cosenza Mario Occhiuto inaugura il «nuovo tratto»: appena più di un chilometro di asfalto che però non gli impedisce di dichiarare: «Consegniamo alla collettività un’arteria importante». E di lasciarsi andare all’ottimismo pure lui, promettendo «un ulteriore impulso» ai lavori.
Luglio 2021: la segnaletica gialla da cantiere è ancora lì mentre la galleria, pur completata, non è mai stata aperta al traffico.
Galleria “Cozzo Castello”, vorrei ma non passo
L’avvio dello scavo, il 23 ottobre 2012, era stato salutato da un’altra ottimistica previsione di Oliverio: «Pensiamo che nell’arco di un anno la galleria sarà realizzata così come riteniamo di inaugurare insieme a questa anche tratti che sono in avanzata realizzazione».
Il 4 dicembre 2013 nella galleria “Cozzo Castello” veniva omaggiato in pompa magna, con tanto di benedizione, l’abbattimento dell’ultimo diaframma. Ma anche l’acqua santa è riuscita a fare poco. I lavori sono andati avanti fino alla realizzazione dei due viadotti di accesso, poi le reti di protezione arancioni sono rimaste lì fino a oggi.
A bloccare l’apertura è un contenzioso con la ditta esecutrice dell’appalto. «C’è stato un problema legato al contratto – spiega Iacucci – che prevedeva il pagamento ogni 30% di lavori completati. Quando era presidente Oliverio le Province avevano ruolo e capacità finanziarie diverse, per cui lui riusciva ad anticipare i soldi che poi venivano trasferiti dal Ministero. Poi le cose sono cambiate e la ditta ha continuato a pretendere questa cosa ma non ci sono più le condizioni».
Il problema però, assicura Iacucci, sarà presto risolto. «Abbiamo avviato la procedura di rescissione del contratto a danno. Intanto ci prepariamo a completare il primo lotto con le ultime cose che mancano – tappetino, segnaletica e illuminazione della galleria – e lo completerà la Provincia da sola. Entro fine anno chiuderemo questa storia».
Storia che si chiuderà davvero solo quando sarà realizzato anche il terzo e ultimo lotto, per il quale però attualmente i soldi non ci sono. Ma Iacucci tiene a sottolineare che la Provincia, la sua parte, la sta facendo: «Abbiamo già messo a punto il progetto preliminare per poter chiedere il finanziamento alla Regione. Vedremo se i soldi arriveranno». Vedremo.
Il secondo lotto in due anni
Intanto, a maggio scorso sono stati consegnati a una nuova ditta i lavori del secondo lotto, per undici milioni di euro. Anche qui un po’ si è dovuto attendere. Senza contare i ritardi accumulati durante le precedenti amministrazioni, la prima traccia si trova sul sito della Regione Calabria datata 29 gennaio 2017, appena un giorno prima dell’elezione di Iacucci a presidente della Provincia di Cosenza. Di qui si è arrivati a luglio 2019, quando è stato approvato il progetto esecutivo e, poco dopo, è partita la gara conclusasi nel 2020 con l’aggiudicazione dei lavori. Lungaggini che, dice Iacucci, non dipendono dall’amministrazione: «Ci sono procedure che non aiutano sotto l’aspetto della velocità». Questione di burocrazia, insomma.
Non sarà questione di burocrazia, invece, il mantenimento o meno della nuova promessa: 730 giorni per completare il secondo lotto, a partire dalla data di consegna dei lavori avvenuta il 14 maggio scorso. Su questo, Iacucci si mostra sicuro e spazza via i condizionali: «Due anni abbiamo detto e due anni saranno. Finiremo quello che abbiamo iniziato, su questo la Provincia sarà rigorosissima».
Non resta che salvare un promemoria e attendere.