Famoso per i suoi gol segnati direttamente dalla bandierina, con i giallorossi ha siglato 137 reti in 367 partite. Il commento sulla formazione attuale, neopromossa in B, e l'attesa per la cerimonia di martedì: «Ho invitato tanti ex compagni di squadra che sono soprattutto degli amici»
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Festeggiare i 70 anni con la cittadinanza onoraria lì dove si è consacrato in ambito calcistico e che è sempre rimasta la sua seconda casa. Per Massimo Palanca quello di domani, lunedì 21 agosto, sarà un compleanno speciale: per l'occasione è tornato nuovamente a Catanzaro dove, il giorno successivo, gli verrà conferita la prestigiosa onorificenza dal sindaco Nicola Fiorita. Sarà un momento particolare ed emozionante, circondato come sempre dall'amore dei tifosi di ieri e di oggi che vedono ancora in Palanca un'icona immortale del calcio.
«La cosa bella è che ogni volta che scendo in Calabria, vengo contornato da tanto affetto e stima nei miei confronti. È incredibile, continuerei a venire qui anche se non dovessero darmi onorificenze, non solo d'estate ma durante tutto l'anno. Tutto quello che sta succedendo a Catanzaro è motivo di grande orgoglio», commenta all'Italpress Palanca al suo arrivo in Calabria.
«Tante sono state le situazioni piacevoli che ricordarne una in particolare è difficile», continua quando gli si domanda quale aneddoto tirare fuori in occasione dei 70 anni. Di certo, le cose rimaste sempre impresse nella mente sono i gol segnati direttamente dalla bandierina, in carriera se ne contano ufficialmente 13, tutti col piede sinistro. Nelle quasi 600 partite giocate da calciatore, Palanca ha lasciato il segno in modo assoluto con i giallorossi siglando 137 reti in 367 partite, tra gli anni '70 e '80, il marcatore principe per quanto riguarda la storia dei calabresi in Serie A.
E il pensiero di Palanca vola subito al Catanzaro attuale, ritornato in serie B dopo la promozione da record della scorsa stagione: «Erano venti anni che aspettavamo qualcosa del genere, dopo undici play off andati male, o si arrivava primi o non ci saremmo più riusciti. È stata una liberazione, Catanzaro è una squadra e una città che meritano palcoscenici diversi. Stanno facendo bene, la società è ben strutturata con un presidente che è della città e che vuole tenere alto il nome di Catanzaro in ambito sportivo. Hanno un allenatore veramente di esperienza, bravo, che sa tenere i giocatori sulla corda, tutti si sentono responsabili e partecipi delle sorti della squadra».
Palanca "O' Rey" coi suoi gol ha vinto per tre volte il titolo di capocannoniere, con la maglia del Catanzaro, in Serie B, Coppa Italia e C1. Inevitabile il confronto con il bomber di oggi, Pietro Iemmello: «Nel 1987, dopo essere sceso di categoria per la seconda volta, avevo bisogno di essere rilanciato e ci sono riuscito. Lo stesso è accaduto a lui, aveva necessità di rialzarsi dopo qualche anno di alti e bassi, l'ha fatto in modo eclatante con trenta e passa gol. Se lo merita, sembra che si sia calato nella dimensione e credo che, essendo catanzarese e pronto a diventare capitano, si senta ancora più responsabilizzato».
Martedì la cerimonia della cittadinanza onoraria a Catanzaro sarà una grande festa: «Ho invitato tanti ex compagni di squadra come Braca, Silipo, Banelli, Nicolini che sono soprattutto degli amici. Se sono arrivati questi riconoscimenti, è anche per merito loro e li ringrazierò sempre».