Quella raccontata da RoelofGeniuz Van Hoolwerf, l’imprenditore olandese che ha acquistato la diroccata chiesetta del Rosario di Cleto, sarebbe «solo una parte della verità accompagnata da omissioni e bugie». Parola di Giuseppe Longo, sindaco del piccolo centro alle pendici del Monte Sant’Angelo.

 

Van Hoolwerfaveva acquistato dalla Curia, per 10.000 euro,ciò che restava di quel luogo di culto con l’obiettivo di farne un «centro d'arte internazionale», così come ha ribadito nel corso di un recente incontro pubblico, tenuto per presentarsi alla comunità e per lamentare l’esproprio del bene ad opera del Comune. L’ente locale da parte sua – spiega il sindaco Longo – ha invece visto svanire l’opportunità di realizzare interventi di recupero, per un ammontare di 300.000 euro già stanziati, non solo per la Chiesa ma anche per il Castello che rappresenta il simbolo del suggestivo centro alla periferia della provincia cosentina. «Nessun ostruzionismo nei confronti di questo imprenditore– aggiunge il primo cittadino – ma solo la legittima tutela degli interessi della nostra comunità. Perché 300.000 euro per una grande città potrebbero apparire una bazzecola ma per un piccolo ente come il nostro sono tanti soldi».

 

Cleto, chiesa contesa tra un imprenditore olandese e il Comune

La battaglia tra il magnate straniero e il Comune di Cleto è adesso pendente davanti alla giustizia. Nel 2015 l’acquisto della chiesetta. Nel 2016, da parte del Comune, la declaratoria di pubblica utilità del bene e poi l’esproprio a Van Hoolwerf,che si rivolge al Tar il quale annulla il provvedimento. Adesso si attende il verdetto del Consiglio di Stato.

 

«Noi – ribadisce il sindaco Longo – non abbiamo sbarrato la strada a nessuno. La verità cruda e amaraè che negli uffici comunali non esiste neppure un progetto presentato dall’olandese.  Come si  può parlare di sbarramento, di diga cinese, che impedisce l’afflusso di un fiume d’oro nel nostro paese? E’ assurdo».

 

Ma si poteva evitare lo scontro?Laconico Giuseppe Longo: «Noi eravamo disposti – continua il sindaco – a dare la chiesa in comodato d’uso per 99 anni, più di questo… Eravamo disposti a trovare una forma di comproprietà. Hanno lasciato che sfumassero questi 300.000 euro…».

E se il Consiglio di Stato dovesse dare ragione all’imprenditore straniero? «Ben venga, ma nel frattempo perché non inizia a lavorare nelle strutture che egli e altri imprenditori stranieri hanno acquistato? Cleto – continua il sindaco– è un paese svenduto, i privati hanno ben poco. Le case, quasi all’80% di questi bravi imprenditori stranieri che hanno acquistato. I soci, gli amici dell’olandese, hanno tante strutture. Alcune acquistate addirittura dieci anni fa che, acquistate per pochi soldi, sono rimaste com’erano, sono nell’abbandono più desolante, più amaro. Naturalmente questa giostra non durerà: devono aggiustare, altrimenti il Comune prenderà altre soluzioni».