Legambiente, in una nota, esprime «profonda preoccupazione per la proposta di legge presentata dal Partito democratico calabrese in Consiglio regionale, che mira all'abrogazione dell'articolo 14 della legge regionale n. 36/2024. Questo articolo introduce finalmente il divieto di realizzare impianti di produzione energetica alimentati a biomasse nei parchi nazionali e regionali con una potenza superiore a 10 Mw termici, prevedendo anche il depotenziamento degli impianti già esistenti».

Una misura che, seppur giudicata da Legambiente «ancora insufficiente, rappresenta - prosegue la nota - un primo passo importante». L'associazione, infatti, «ritiene necessario estendere tale divieto a tutto il territorio regionale, vietando la costruzione o il mantenimento in esercizio di centrali a biomasse che producono esclusivamente energia elettrica. I consiglieri regionali promotori della proposta di abrogazione sostengono che tale iniziativa serva a tutelare un settore strategico per l'economia e l'ambiente regionale, citando come esempio la centrale a biomasse del Mercure, definita un modello "virtuoso” di produzione energetica sostenibile. Una tesi che Legambiente reputa surreale e priva di fondamento».

Legambiente «auspica che la Regione Calabria non faccia passi indietro e prosegua nella promozione di fonti energetiche davvero sostenibili, contrastando scelte insostenibili come il mantenimento in esercizio delle grandi centrali a biomasse».