La storia di Daylen Guerrero, 30enne di Camagüey, e di Chiara Perez, 25enne di Santiago de Cuba, è molto particolare. Sono due studentesse cubane che si sono innamorate della Calabria e la raccontano da un altro punto di vista. Per abbattere i pregiudizi e i luoghi comuni hanno aperto un profilo social su Instagram dove trattano diversi temi con la giusta leggerezza. Nell’intervista realizzata negli studi di Cosenza Channel, emerge infatti tutto il loro disappunto verso chi parla male della terra che le ha accolte a braccia aperte.

Sono riconoscenti all’Unical per averle accettate, dopo aver partecipato al bando d’ammissione (Unical Admission) riservato agli studenti provenienti da Paesi esterni all’Unione Europea, e difendono a denti stretti la “loro” Università. Di recente sul profilo “Chia&Da”, hanno pubblicato un video in cui si vede il ponte “Bucci”. Perché hanno deciso di fare ciò? Qualcuno in altri post aveva deriso la nostra regione, affermando che in Calabria non ci sono università. Così, Daylen e Chiara hanno risposto in maniera efficace (e con il sorriso) a chi le criticava. Hanno ricevuto tanti complimenti per la capacità che hanno di affrontare argomenti seri ma nel modo giusto.

Durante la conversazione, inoltre, sono venute fuori tutte le difficoltà che hanno gli stranieri con il permesso di soggiorno. Insomma, Daylen Chiara combattono (anche per noi) i luoghi comuni. Non vogliono sentir parlare che in Calabria ci sia solo la ‘ndrangheta o il malaffare. In questo periodo hanno conosciuto luoghi incantati come Tropea Capo Vaticano, di cui si sono innamorati a prima vista. Portano avanti un fine nobile, quello di far vedere le bellezze della Calabria e di prendere un po’ in giro i calabresi. «Siete sempre arrabbiati, anche per il traffico, noi prendiamo la vita in maniera più leggera». Un consiglio, forse, da prendere in considerazione. Daylen è un aspirante manager, studia Economia Aziendale, mentre Chiara segue Scienze Turistiche. Due giovani cubane che un giorno potranno dire che la Calabria è anche altro, dove non ci sono soltanto i bravissimi medici cubani.