Reso pubblico il carteggio tra il Comune di Paola: nonostante i rilievi e le criticità segnalate, il progetto è rimasto simile all’originale e l'amministrazione plaudeva pure al raddoppio del tunnel Santomarco
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A Paola prosegue la querelle sull’Alta Velocità ferroviaria. Dopo gli incontri e le polemiche dei giorni scorsi, circa l’effettiva consapevolezza del comune (all’epoca guidato dal socialista Roberto Perrotta), riguardo le effettive volontà di Rete ferroviaria italiana, oggi si registra un ulteriore colpo di scena.
Da quanto risulta da carteggi resi pubblici, le interlocuzioni tra comune di Paola e Italferr, società coinvolta nella progettazione dell’Alta Velocità che RFI intende realizzare affiancando altri due tunnel al Santomarco, sono iniziate a partire da ottobre 2021.
A quel tempo, benché non fosse stato ancora indetto il Dibattito pubblico che lo scorso 3 agosto ha già registrato la seconda tappa in città, l’ente amministrato da Roberto Perrotta, oltre a recepire le intenzioni della società ferroviaria, ha evidenziato alcune criticità insite nell’intervento prospettato, segnalando (anche) la presenza dell’area mercatale prossima ad essere convertita in elisuperficie.
Nonostante questi rilievi, a gennaio 2022 Rfi ha comunicato l’avvio della procedura per l’indizione degli incontri funzionali alla messa in cantiere dell’opera, per di più allegando i suoi progetti in merito (dai quali è emerso che le istanze del comune sono state ignorate), e rendendo quindi edotti amministratori e tecnici comunali riguardo il realizzabile sulla tratta Paola/San Lucido-Cosenza.
Trascorsi alcuni mesi da questo primo passo ufficiale, precisamente il 4 aprile, il Comitato speciale del Consiglio superiore dei Lavori pubblici ha deciso la sospensione dell’iniziativa Dibattito Pubblico, in quanto è emersa la necessità di ulteriori approfondimenti.
Questa sospensione, che non vuole affatto dire rinuncia o annullamento, è stata accolta favorevolmente da quelli che all’epoca erano gli inquilini del Sant’Agostino (plesso monumentale che ospita il municipio tirrenico), con l’ex sindaco Perrotta grato «per gli approfondimenti che verranno attuati al progetto in essere» e fiducioso sulla «realizzazione della nuova linea ferroviaria costituita dal raddoppio Cosenza-Paola-San Lucido». In buona sostanza un accordo di massima sul progetto, con una timida presa d’atto riguardo approfondimenti che – comunque – non hanno fatto desistere RFI dal perseguire i suoi scopi, visto che quando poi il dibattito è ripartito lo scorso 7 luglio, i binari e l’ex area mercatale sono rimasti esattamente lì dov’erano.
Nel frattempo però, prima di aprile – quindi a marzo (precisamente il 15) – la giunta comunale “di salute pubblica”, deliberò la concessione dell’elisuperficie, ricavata proprio laddove passerà il raddoppio dei binari che Perrotta ha anche detto di gradire. Un’operazione che ha comportato, oltre alla cessione dell’intera zona recintata, anche una bonifica straordinaria da più di 10mila euro, serviti a ripulire l’area da rifiuti accatastati di varia provenienza, compresa quella privata, come testimoniavano i resti bruciati di uno stabilimento balneare.
Motivandola come opera nevralgica per il supporto al nosocomio cittadino, in quanto funzionale all’elisoccorso, l’area è stata poi servita attraverso la realizzazione di bretelle asfaltate utili a consentire rapidi collegamenti per le ambulanze e i soccorsi. Altri soldi spesi per opere su cui comunque pendeva il progetto RFI che, per quanto sospeso nella sua pubblica discussione, è rimasto comunque in vigore. Tant’è che oggi se ne percepiscono gli effetti.
Quali siano state le ragioni che hanno indotto i precedenti amministratori ad agire in un verso tanto svantaggioso per la collettività che, nello specifico, si vedrà espropriata di un terreno sul quale sono state investite ingenti quantità di denaro pubblico per renderlo funzionale ad un servizio che – qualora l’Alta Velocità rimanesse a correre lungo il tracciato deliberato da Rfi – potrebbe non vedere mai la luce.
Nel frattempo, il capogruppo Andrea Signorelli, esponente consiliare di Rete dei Beni Comuni ed elemento più attivo in questa fase, ha già iniziato ad incontrare i residenti delle zone che saranno attraversate dalla nuova tratta, per stabilire insieme una rotta unitaria e costruire un fronte comune contro l’attuale versione del progetto.