«Non ce lo dimentichiamo, la ristorazione è stata più di un anno e mezzo ferma. Tantissime aziende hanno dovuto chiudere. Io mi auguro, e l'auspicio è proprio questo, che ci sia una ripartenza che dia ossigeno al settore -dice Domenico Origlia, presidente dell'Associazione Cuochi della Provincia di Catanzaro -. I presupposti ci sono e noi come associazione di categoria vogliamo essere presenti sul territorio per dare proprio questo segnale di speranza e fiducia all'enogastronomia e alla ristorazione calabrese».

Catanzaro e Soverato si tingono di bianco per la “Festa nazionale del cuoco”, l'evento organizzato dalla Federazione Italiana Cuochi,presieduta da Rocco Pozzulo, insieme alle associazioni del territorio e alle scuole alberghiere, ha visto confluire in Calabria per due giorni centinaia di chef provenienti da tutta Italia per segnare la ripartenza del settore e valorizzare l'enogastronomia calabrese.

Esperienze a confronto

«Un evento che rappresenta un momento d'incontro e per noi questo appuntamento in particolare è il primo che facciamo in presenza - commenta Pozzulo -. Una festa che si svolge da quando è nata la fondazione, da oltre 50 anni. Ogni anno riceviamo diverse candidature e quest'anno è stata scelta la Calabria che è una bellissima regione ricca di prodotti e come abbiamo avuto modo di vedere in questi giorni, anche di risorse umane». Generazioni vecchie e nuove di professionisti della cucina insieme dunque per celebrare, attraverso stand, sfilate, cooking show, un mestiere ricco di fascino e fantasia.

«Fin da quando ero bambina ero appassionata di cucina e avevo le idee chiare, per questo ho scelto di frequentare la scuola alberghiera – dice Agata Pugliese, studentessa dell'Istituto Alberghiero di Soverato al secondo anno -. Questo evento per noi è una delle prime esperienze che ci ha fatto fare la scuola e siamo molto contenti». «Io ho oltre 60 anni di servizio – racconta Francesco Mungo, senatore a vita della Federazione Italiana Cuochi – e l'augurio che posso fare ai giovani è di cercare di collaborare e di abbracciare questa professione con il sorriso e tanta fantasia, nonostante i sacrifici che bisogna fare, perchè è il mestiere più bello del mondo».