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martedì 10 settembre 2024 | 07:27
Cronaca

’Ndrangheta - Narcotraffico a Cosenza, la Dda di Catanzaro chiude le indagini per 176 persone - NOMI - Notizie

L'inchiesta Recovery raggiunge la prima fase procedimentale con l'avviso del 415 bis. Spuntano i nomi di nuovi soggetti, contestati oltre 400 capi d'imputazione. Ora gli interrogatori o il deposito di una memoria difensiva

di Antonio Alizzi

La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini dell'inchiesta Recovery, firmando l'avviso del 415 bis (conclusioni delle indagini preliminari). Ciò arriva a distanza di circa quattro mesi dal blitz eseguito nel mese di maggio dai carabinieri, dalla polizia e dalla finanza contro la cosca degli italiani ritenuta dedita anche al traffico di sostanze stupefacenti.

Recovery tratta il presunto narcotraffico del clan "Lanzino-Patitucci" in provincia di Cosenza, con sospette ramificazioni nei territori limitrofi e della Valle del Crati, dove la droga arrivava secondo la Dda di Catanzaro dalla città dei bruzi. Molteplici i canali di approvvigionamento della sostanza stupefacente, in particolare dalla provincia di Reggio Calabria. Oltre 400 i capi d'accusa ma la novità rispetto all'ordinanza cautelare è la presenza di nuovi indagati sia per quanto riguarda il narcotraffico che per altri reati collegati, ad esempio, alla figura di un finanziere coinvolto nella maxi inchiesta antimafia.

Per i magistrati di Catanzaro a capo della sospetta associazione a delinquere dedita al narcotraffico ci sarebbe Francesco Patitucci aiutato, secondo gli investigatori, da un nutrito gruppo di "amici", così come li ha definiti il boss nel processo abbreviato di "Reset", che avrebbero gestito il commercio e la vendita della droga dal 2018 in poi.

Il mercato degli stupefacenti, secondo quanto emerge da Recovery, avrebbe avuto una frenata con l'arrivo della pandemia da Covid. A lamentarsi che le cose andavano male erano sostanzialmente Patitucci e il suo "fido" Michele Di Puppo, come abbiamo raccontato in più servizi pubblicati sull'inchiesta. Gli indagati, in totale 176 persone, ora avranno 20 giorni di tempo per chiedere un interrogatorio o depositare una memoria difensiva. Dopodiché, la procura antimafia di Catanzaro valuterà la richiesta di rinvio a giudizio per ogni singolo inquisito, presentandosi a quel punto davanti al giudice dell'udienza preliminare.