Non c’è pace per il quartiere marinaro di Catanzaro in cui ormai è guerra aperta nelle discussioni virtuali, e in quelle dal vivo, fra cittadini che si lamentano (parecchi) e simpatizzanti (altrettanti in base ai voti storicamente ottenuti dal centrodestra in città e non solo) o membri dell’Amministrazione comunale (ma sarebbe più esatto dire di quanto ne resta considerati gli interessi proiettati sulle elezioni regionali, a partire dalle mire del sindaco Sergio Abramo). Stavolta, comunque, a tenere banco sugli immancabili social è la questione chiave: il mare sporco. Già, il fiore all’occhiello di un’area che invece di esaltare le sue potenzialità - trainando l’intero capoluogo un po’ come fa il Nord-Est con l’Italia - rischia di segnarne invece un inesorabile declino. L’ennesimo, peraltro.

Una caduta, dopo un lungo periodo di crescita purtroppo non gestito al meglio, che è annunciata da moti fattori. A cominciare dai ricettacoli di immondizia che si notano lungo le vie di Lido e adesso anche da uno Ionio, probabilmente nel “solco della tradizione” vittima di un depuratore vetusto. Un impianto incapace di assolvere a una fondamentale funzione soprattutto in estate quando dovrebbe cioè lavorare a pieno regime h24 per l’aumento esponenziale dei residenti.
Si sa, però, che oltre al cattivo odore, diffuso pressoché dodici mesi all’anno dall’infrastruttura, si abbina quasi sempre lo sversamento di liquami in mare. Che poi vengono trasportati da correnti e vento di terra. Risultato, in un’acqua per lo più cristallina finisce viceversa per galleggiare la melma.

E il perché, spiegato in parole povere e senza spiegazioni tecniche spesso persino fuorvianti per i non addetti ai lavori, è presto detto: il depuratore, come premesso di per sé alle prese con gravi problemi di funzionamento a causa dei troppi decenni di attività, non riesce a rispondere alle esigenze di una zona che da giugno a settembre arriva quasi al doppio degli abitanti abituali. Un numero che mette in crisi l’impianto e oltretutto rende assai caotico il quartiere.

Ma è un fatto fisiologico e quindi non certo imprevedibile, dal momento che è noto come in estate i proprietari delle cosiddette seconde case o case vacanza si trasferiscano a Lido (o più spesso affittino i loro appartamenti e villette), aumentando dunque esponenzialmente il carico delle sostanze organiche e inorganiche disciolte nelle acque fognarie. Fatto che però manda puntualmente in crisi il depuratore con tanto di conseguenti sgradite sorprese per i bagnanti.

La situazione è dunque seria e ciò che si avvista nello splendido Ionio non solo rende un refrigerante tuffo un’autentica impresa riservata a “stomaci forti” quanto danneggia l’immagine di un’area in cui non si è saputo o voluto cogliere “L’essenziale” per dirla con il cantante Marco Mengoni, privilegiando eventi e opere vantaggiosi per pochi a dispetto di interventi di utilità più generale. Un argomento che verrà verosimilmente (ri)affrontato nel civico consesso previsto per domani, con inizio programmato alle ore 13, ma al solito senza grosso costrutto poiché la maggioranza continuerà a glissare - o quantomeno a minimizzare - un po’ come quando qualche suo esponente tentò di addossare la colpa, diciamo così, del cattivo odore all’ingresso della Marina non all’impianto di depurazione inadeguato bensì alla riottura di una condotta fognaria nelle vicinanze un po’ (si ironizzerebbe in slang catanzarese) come «nascondere il vescovado con un lenzuolo».