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«Ho voluto visitare l’impianto – aggiunge – per verificarne la funzionalità. Ho visto con i miei occhi l’impegno costante di chi ci lavora, che spesso non riesce a gestire la portata massiccia di un impianto decisamente sottodimensionato rispetto alla necessità della città e che ad oggi non riesce a coprire l’intero territorio comunale». Parentela continua: «Bisogna risolvere urgentemente il problema delle due vasche che dovevano servire per la sedimentazione primaria delle acque reflue e che oggi vengono utilizzate per conservare i fanghi accumulati in passato ed a cui dobbiamo il cattivo odore che si avverte nella zona. A quanto pare altri fanghi sarebbero stipati all’interno del vecchio impianto di digestione anaerobica ormai da decenni dismesso. Il che rappresenta un rischio ambientale notevole».
Il parlamentare continua: «Ho già interrogato il governo lo scorso anno, sollecitandolo ad occuparsi della grave situazione della depurazione in Calabria per tutto l’anno e non soltanto in prossimità della stagione balneare. Una buona depurazione non vuol dire soltanto difendere l’ecosistema marino, ma anche assicurare un importante ritorno di immagine ad una regione che può sfruttare l’indotto del turismo lungo i suoi 800 km di coste. La Calabria sarà costretta a pagare 38 milioni di euro per la procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea a causa della mala depurazione che è dovuta ad una grave carenza infrastrutturale con ben 130 agglomerati non a norma».
Parentela conclude: «Continuerò ad approfondire la vicenda ed a sollecitare ancora il governo e la politica locale a prendere i giusti provvedimenti per garantire una corretta gestione degli impianti di depurazione, soprattutto per quanto concerne lo smaltimento dei fanghi residui. Il governo regionale deve adoperarsi in fretta, anche perché è concreto il rischio di un ennesimo commissariamento, che segna l’incapacità della classe politica regionale di far fronte ai problemi dei cittadini».