Il sindaco di San Giovanni in Fiore attacca: «Un organismo fantasma non più democratico»
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«Due anni fa, di questi tempi, i sindaci della Comunità del Parco Nazionale della Sila mi hanno eletto nel Consiglio d’Amministrazione dell’Ente. Da allora, per via di una gestione commissariale infinita che doveva essere straordinaria e che invece è diventata ordinaria, non ho mai potuto esercitare l’importante ruolo al quale ero stato eletto». Inizia così il comunicato diffuso dal primo cittadino di San Giovanni in Fiore, Giuseppe Belcastro.
«Ho appreso dagli organi di stampa – prosegue il sindaco - che ieri l’altro il Ministero dell’Ambiente, al posto di nominare il Presidente del Parco della Sila e quindi far tornare funzionare gli organismi democraticamente eletti, così come prevede la legge, ha deciso, ancora una volta, di nominare, un nuovo Commissario. Conosco da anni il Colonnello Francesco Curcio. È persona seria e per bene. È un grande conoscitore del Parco della Sila. Un grande professionista. Al Colonnello Francesco Curcio faccio gli auguri più sinceri di buon lavoro. Continuare, però, a far finta di nulla non è nel mio costume. Non posso far parte di un Ente senza né arte né parte».
Belcastro ha spiegato di voler «rappresentare l’intera comunità in un organismo che doveva essere collegiale e democratico e che non lo è più da anni per scelte incomprensibili anche del passato Governo».
Per questo motivo ha rassegnato le dimissioni da componente del Consiglio d’Amministrazione del Parco: «Non me la sento più di far finta di nulla e continuare rivestire un ruolo in un organismo fantasma. Tutto ciò lo devo alla Comunità del Parco e poi a me stesso», ha concluso.