VIDEO | Cittadini della frazione Thurio preoccupati, appena un anno fa subirono la devastante inondazione del fiume. E puntano il dito contro la Regione
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Dopo il maltempo che ha interessato tutta la Calabria torna a far paura il fiume Crati a Corigliano Rossano. Da stanotte i cittadini della frazione Thurio che appena un anno fa subirono la devastante inondazione del fiume, sono in totale apprensione per una nuova piena che lentamente sta rosicchiando l'argine proprio lì dove il 28 novembre 2018 aveva straripato inondando l'intera area a ovest di Corigliano-Rossano. E i cittadini lamentano, nemmeno a dirlo, l'assenza totale della Regione che in questi mesi non avrebbe effettuato i lavori di consolidamento dell'argine. Intanto sono all'opera i mezzi del Comune per metter in sicurezza l'area.
Essenziale intervento dei Vigili del Fuoco
Letteralmente salvifico l’intervento effettuato stamani, alle prime luci dell’alba, dai Vigili del Fuoco che con pale e vanghe hanno tappato una falla che si era già aperta sull’argine destro del fiume. Questo lavoro, quasi chirurgico, ha evitato che l’acqua si aprisse un pertugio tra la terra e che il bacino si svuotasse irreparabilmente nelle contrade Thurio e Ministalla.
Sul posto anche il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, accompagnato dai tecnici del Comune che ha allertato la Regione Calabria ed il Consorzio di Bonifica, insieme alla Prefettura di Cosenza, affinché si procedesse ad un intervento massiccio di messa in sicurezza dell’argine.
Un altro intervento tampone
Intanto stamani, in somma urgenza, sono stati effettuati nuovi interventi tampone. Un grosso cingolato ha livellato l’argine e due autotreni hanno scaricato nuovi massi per rinforzare l’argine. Il problema, però – come hanno evidenziato i residenti – continua a rimanere imperterrito. «L’argine andava ricostruito non riparato – ci dice uno degli abitanti di Thurio che ha ancora vive le immagini dell’esondazione dello scorso anno e che da tempo sta lanciando appelli alle istituzioni – perché così, alla prossima piena saremo nuovamente punto e a capo».
Le colpe della Regione
E l’indignazione dei cittadini, molti dei quali rimangono in cura dagli psicologici dopo quanto subito il 28 novembre dello scorso anno, è massima nei confronti della Regione. «Stamattina – ci dice Mario – abbiamo scoperto che la Regione non sapeva nulla dei lavori di ricostruzione dell’argine. Un’opera che abbiamo sollecitato più volte, che sarebbe stata anche finanziata ma di cui al momento non si vede nulla. Perché – di chiedono i cittadini – Oliverio non ha provveduto a sollecitare l’inizio ed il completamento dei lavori?». E poi, aggiunge Francesco: «L’unico lavoro che è stato fatto in un anno, a parte l’arginazione temporanea del fiume, è stato mettere un nastro rosso lungo la sponda del fiume pericolante e l’installazione della cabina del cantiere dei lavori. Null’altro mentre noi ogni giorni viviamo con la paura che l’acqua possa ritornare violentemente nelle nostre case, distruggendo tutto».
Pronto l’esposto nei confronti della Regione
A fare capolino nella zona dell’argine, stamani, c’era anche la senatrice, Silvana Abate. Adirata come non mai, la portavoce pentastellata ha subito detto di aver dato mandato ai suoi legali per presentare un esposto presso la Procura della Repubblica di Castrovillari contro le inadempienze della Regione. «Il governo regionale – ha detto – è responsabile di quello che sta avvenendo, perché inadempiente rispetto alle opere di regimentazione delle acque che dovevano essere fatte e che ad oggi ancora non sono state operate. È una vergogna». E per questo motivo la senatrice è intenzionata ad avviare la protesta, presidiando i luoghi fino a quando la Regione non inizierà i lavori di definitiva messa in sicurezza del lungo ciglione del Crati.